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13.

Natura in questi lochi, un giorno oh quanto
Verso me più cortese. E tu pur anche
Da[’]i miseri ti volgi[,] e a la reina
Felicità servi o [n]Natura. In cielo
In terra amico agl’infelici alcuno
E rifugio non resta altro che il ferro.
     Talor m’assido in solitaria parte,
Sopra un rialto, al margine d’un lago
Di taciturne piante incoronato.
    Ivi quando
[Quivi mentre] il meriggio in ciel si volve,
La una tranquilla imago il Sol dipinge,
Ed erba o foglia non si crolla al vento,
E non onda incresparsi, e non cicala
Strider, nè batter penna augello in ramo,
Nè farfalla ronzar, nè voce o moto
       presso               lunge
Da [lungi] nè da [presso] odi nè vedi.
Tien quelle rive altissima quiete;
Ond’io quasi me stesso e ’l mondo obblio
Sedendo immoto; e già mi par che sciolte