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12. |
Di sconsolato pianto le pupille,
Dal sonno mi disciolsi. Ella ne gli occhi
Pur mi restava, e ne l’incerto raggio
credeva
Del Sol vederla io mi [pensava] ancora.
Idillio
v
La [V]ita solitaria
La mattutina pioggia, allor che l’ale
Battendo esulta ne la chiusa stanza
La gallinella, ed al balcon s’affaccia
L’abitator de’ campi, e il Sol che nasce
I suoi trepidi rai fra le cadenti
Stille tramanda, a la capanna mia
Dolcemente picchiando, mi risveglia;
E sorgo, e i lievi nugoletti, e ’l primo
Degli augelli sussurro, e l’aura fresca,
E le ridenti piagge benedico;
Poichè
[Perchè] voi, cittadine infauste mura,
Vidi e conobbi assai, dove si piglia
Lo sventurato a scherno; e [sf] sventurato
tosto
Io nacqui, e tal morrò, deh [presto]! Alcuna
Ben che1
Benchè scarsa pietà pur mi concede
- ↑ Tra parentesi di traverso sul margine destro.