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ü EPISTOLARIO 0 mio. In tale incertezza è impossibili) die io me le offerisca eli mandarle 1 fogli sciolti; oltrecché non so ancora quando si comincerà. La S. V. vede per sé evidentemente l’ostacolo ossia l’impossibilità della esibizione nel punto presente; ma di ciò si potrà discorrere in appresso. Gradisca intanto i miei più affettuosi ossequi. 247. Di Pietro Odescalchi.1 Roma li 2 Fobraro 1820. Signore. La società dei compilatori del Giornale, Arcadico di Roma, è venuta nella detorminazione di formaro un Elenco di Collaboratori, Esteri per la loro Patria ma Italiani, o ciò per desiderio di unire tutti i più celebri lettorati, ed invitarli tutti a concorrere alla gloria di detto Giornale. Ella, che meritamente per i suoi talenti, e per la fama che nella letteraria Ropubblica si è già procurata, gode della più estesa e nobile reputazione, è stata dalla società designata a far parte di questo Elenco, od ha incaricato me come Direttore di renderla avvertita di questo suo desiderio, e di dimandarle il permosso di poter stampare il di lei nome unitamente a quello degli altri letterati Italiani, che gentilmente e graziosamente non hanno disdegnato di acconsentire al voto di questa nostra società. Le chiedo in grazia di significarmi più presto eho può la sua volontà, come la prego di prevalersi di questo giornali; se avesse qualche memoria, o estratto da publicare, e tanto i miei Compagni cho ino oscriveressimo ad onore e a gloria sa potessimo vantare di avere inserito noi nostri fogli un qualche dotto suo lavoro. Profitto di questo incontro per protestarle la varaco mia stima, e la sincera mia devozione. 248. Di Ferdinanda Melchiorri. Roma 2 Febbraio 1820. Caro Nepote. Ho tardato questa volta a scrivorvi, ma sapote che sono stata in questo intervallo di tempo poco bene, e poi ne’ scorsi ordinarii assai occupata da lettere, che a dirvi il vero, non so neppur io come, ma tutte assieme mi hanno assalita di modo, che l’altro ordinario ne scrissi sino a dieci, e quasi tutte in risposta. Sapete pure che li miei occhi hanno coi vostri una certa relaziono, e por conseguenza soffrono alla soverchia applicazione; quindi non ho potuto attendere a scrivere a voi, come ne avrei avuto il più gran piacere. Ora che ho dato 1 Dall’originale, nella Nazionale eli Napoli. — Il principe Don Pietro Odescalchi, figlio di Don Baldassarre, noto specialmsnto por aver tradotto i frammenti ilei libri De República di Cicerone, diresse il Giornale Arcadico fin dal suo principio noi ’19, avendo a segretario il Betti. Per tal modo ebbe occasione di conoscere i migliori ingegni che in Roma attendessero alle lettore; e, fuori ili Roma, tra gli altri, il Leopardi, ch’egli invitò a collaborare noi Giornale con la presente lettera. Sebben questa abbia tutto l’aspetto d’una circolare stereotipata (solo la firmi doli’ Odescalchi è autografa), ma non troppo corretta; tuttavia è notabile questa attestazione di stima data dai compilatori del Giornale al Leopardi, allora noto solo por lo primo duo canzoni o por lo altro coso di non molto rilievo pubblicato nello Spettatore. Ma G. non fu mai tenero per quel Giornale, Corse ricordando che quello, a proposito delle duo prime canzoni, gli aveva raccomandato di badare un po’ più alla purezza della lingua.