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244. Ad Angelo Mai. - Roim.1 Roeanati 10 Gennaio 1820. Signor mio pregiatissimo. Dopo la sua venuta in Roma ho desiderato più volte di significarle com’io fossi contento di averla ora più vicina che per l’addietro, e rinnovarle la memoria di questo suo buono ammiratore e servo. Ma il timore d’importunarla, e distorta da migliori occupazioni me n’ha sempre dissuaso. Finalmente il grido delle nuove maraviglie che V. S. sta operando non mi lascia più forza di contenermi, né mentre tutta l’Europa sta per celebrare la sua preziosa scoperta,2 mi basta 3 il cuore d’essere degli ultimi a rallegrarmene seco lei, e dimostrare la gioia che ne sento, non solo in comune con tutti gli studiosi, ma anche in particolare per la stima e rispettosa affezione che professo singolarmente a V. S. Ella è proprio un miracolo di mille cose, d’ingegno di gusto di dottrina di diligenza di studio infaticabile, di fortuna tutta nuova ed unica.4 In somma V. S. ci fa tornare ai tempi dei Petrarca e dei Poggi, quando ogni giorno era illustrato da una nuova scoperta classica, e la maraviglia e la gioia de’ letterati non trovava riposo. Ma ora in tanta luce d’erudizione e di critica, in tanta copia di biblioteche, in tanta folla di filologi, V. S. sola, in codici esposti da più secoli alle ricerche di qualunque studioso, in librerie frequentate da ogni sorta di dotti, scoprir tesori che si piangeano per ismarriti senza riparo sin dal primo rinascimento delle lettere, e il cui ritrovamento non ha avuto mai luogo neppure nelle più vane e passeggere speranze de’ letterati, è un prodigio che vince tutte le maraviglie del trecento e del quattrocento. È gran tempo ch’io avea preparato con grande amore e studio i materiali d’alcune lettere 5 per dimostrare in maniera se non bella 1 Calla copia di Paolina, corrotta da Giacomo, in casa Leopardi. 2 Quella dei libri De República di Cicerone. 3 Nella copia era scritto «mi soffro», poi corretto da G. 4 A questo punto, nella copia, era stato scritto: «Quest’è la prima volta ch’ella favorisce chi n’è sommamente degno >; poi cancellato. 5 Cfr. I, lett. 102, p. 161, nota 3. E vedi anche, sulle scoperte del Mai, I, lettere 16, 20, 58, 69, 73, 76, 98, 107, 114, 119, 128.