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54 EPISTOLA RIO La prego di favorirmi altri libri per potermi occupare ili questa solitudine Loretana. lo gliene professerò un’eterna gratitudine; e presentando i miei rispetti ai signori Genitori, sono con vera stima e attaccamento il di Lei um.° e div.mo servitore. 30. Di Pietro Giordani.1 Milano 5 Marzo [1817]. Illustrissimo e pregiatissimo signor Conte. Che VS. Illustrissima fosse ricca d’ingegno e di buoni studi già lo sapevo, non solamente credendolo a molti ma pure a me stesso, per aver letto parecchie delle sue cose, che mi diedero a vedere VS. già molto avanzata per una via, che dal volgo de’ nobili e dei dotti ò abbandonata.^ Ora r è piaciuto mostrarmi che una (Ina e rara cortesia in lei si accompagna alle altre virtù. Se non che vedendo la soprascritta della sua lettera di inano diversa dall’interno; e tutta la lettera si poco proporzionata alla piccolezza ed oscurità mia; dovrei credere che, indirizzata a me per errore, non mi sia lecito di accettarla. E voramente non accetto le tante cose che dovrebbero far arrossire anche imo ohe molto o molto più di me valesse, che sono e sarò e voglio esser nulla. Ma non perciò mi piace rifiutare un tal dono com’è un suo libro: pel quale anzi sono andato subito dallo Stella; ed èmmi forte doluto che quegli ancora non lo avesse.3 Io son certo che non ho meritato in alcun modo tal favore da VS.; e però tanto più sono obbligato ad una cortesia tutta gratuita e spontanea. Solo mi duole di non sapere come dimostrarne a VS. la vera mia riconoscenza. Vorrei che il libro arrivasse presto; benché io sappia che noi potrò presto leggere: ma vorrei almeno possederlo subito, e averlo alle mani. Non sono mai mancate tribolazioni e fastidi alla mia vita: ma in quest’anno ne ho di nuove ed insolite: perché appena tornato da casa, dove fui a trovaro mio padre ammalato, ricevo avviso ch’egli peggiora; e forse presto riceverò avvisi più gravi; che m’involgeranno (come suole) in cure fastidiose. Dalle quali appena potrò svilupparmi, cercherò occupazione dilettevole e utile nella lettura della sua opera. VS. non abbisogna dolle mio lodi; nó potrebbe fame gran conto. Nondimeno io voglio congratularmi seco, e coll’Italia, ohe VS. con cotanto amore eserciti i buoni studi: de’ quali io tengo che non potranno mai prosperare ed essere pubblicamente utili, se non quando saranno amati e praticati dalla nobiltà. VS. ne dà un bello e necessario 1 Nel fascicolo dello lettere autografe giordaniane," conservato in casa Leopardi, c’è, in vece dell’autografo della presente, questa nota di Pierfrancesco: «La prima lettera di Pietro Giordani a Giac. Leopardi in data Milano 5 Marzo 1817, e già impressa neU’ Epistolario del Leopardi, Voi. 2°, pag. 273, fu donata da me alla Sig.“ Baronessa Teresa Narducci di Macerata. Luglio 1851». Questa lettera risponde alla precedente di G., n. 27. 2 II Giordani doveva essersi formato un concetto assai favorevole di G., non solo dalle cose che questi aveva pubblicate nello Spettatore, ma anche da quanto lo Stella avevagli riferito circa i rari talenti del giovane; dai giudizi del Mai e di qualche altro. 3 È strano che lo Stella, ai 4 di marzo, non avesse in pronto del libretto, che pure era stato pubblicato alla metà di febbraio, neanche l’esemplare destinato al Giordani. Tuttavia, questi l’ebbe quasi subito dopo che aveva finito di scrivere la presente lettera; corno si logge nel Poscritto.