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ANNO 1817 - LETTERE 24-20 49 25. Ad Angelo Mai. - Milano-1 Recanati 21 Febbraio 1817. Stimatissimo Signore. Sare> pazzo se avendo avuto il passato anno la buona ventura di conoscere i suoi caratteri e la sua cortesia, non ¡studiassi quanto è a me di prolungarne gli effetti. Il mio Frontone, indegno di veder la luce, torna a me, e starà per innanzi in tenebre eternamente.2 Può dir altri che io ho gettato quella grossa fatica, ma io non reputo inutile un libro che mi ha fatto noto al Mai. L’opericciuola che per mia parte riceverà dal sig. Stella 3 mi ha dato occasione di riscriverle. Non presumo che la legga, ché sarebbe dargliela ad usura, ma solo che la serbi a memoria non affatto sgradita del suo devotissimo obbedientissimo servitore. 26. Al cav. Vincenzo Monti. - Milano,4 Recanati 21 Febbraio 1817. Stimatissimo sig. Cavaliere. Se è colpa ad uomo piccolo lo scrivere non provocato a letterato grande, colpevolissimo sono io, perché a noi si convengono i superlativi delle due qualità. Né altro posso allegare a mia scusa che la smania incomprensibile di farmi noto al mio principe (poiché suddito le sono io certo, come amatore quale che sia delle lettere), e il tremito che provo scrivendo a lei, Che scrivendo a re non mi avverrebbe di provare. Riceverà per mia parte dal sig. Stella, miserabilissimo dono, la mia traduzione del secondo libro della Eneide., anzi non dono, ma argomento di riso al traduttore della Iliade primo in Europa, ’e al grande emulo del grande Annibal Caro. Ed ella rida, ché il suo riso sarà di compassione, e la sua compassione più grata ed onorevole a me che l’invidia di mille altri. Non la prego che legga il mio libro, ma che non lo rifiuti; ed accettandolo, mi faccia chiaro che ella non si tiene offeso dal mio ardimento, con che verrà a cavarmi di grande ansietà. Ed io le ne saprò grado assaissimo, e riputandomi suo debitore, cercherò via di mostrarmele veramente umilissimo devotissimo servitore.5 1 La minuta autografa fu donata da Pierfrancesco, il 9 luglio ’51, alla baronessa Teresa Narducci. 2 Cfr. lett. 8, pp. 19-20, nota 1: lett. 19. p. 41 e nota 4: lett. 20, p. 42 e nota 2. 3 II secondo deH’EneWe.

  • 1 L’autografo di questa lettera fu da Paolina donato il 17 aprile ’58 al

conte Agatocle Mazzagatti, per la Biblioteca dei conti Carradori. 5 A chi poteva il nostro Giacomo indirizzare la sua versione poetica del secondo doil’Eneide, sulla quale aveva confessato di fondare «molte speranze», meglio che al Mai, il principe dei filologi, al Monti, il principe dei poeti, e al Giordani, il principe de’ prosatori italiani di quel tempo? Ecco dunque, contemporanea alla lettera al Mai, queet’altra ancor più ossequiosa, al cavaUere 4. - Leopakdi. Epistolario. I.