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2<¡t EPISTOLARIO e delle espressioni d’infinita amorevolezza, 11011 presumiamo di poterti ringraziare, ma compensarti si bene, se l’amore si compensa bastantemente coll’amore. Ti lascio coi saluti di Paolina e di Carlo, stringendoti fra le braccia, e pregandoti quella felicità che tu desideri invano al tuo sviscerato amico. 190. A Giuseppe Montani. - Lodi.1 Recanati 19 Aprile 1819. Stimatissimo Signor Professore. Dal nostro comune amico il signor Pietro Giordani fui ragguagliato cosi delle rarissime qualità di V. S. come particolarmente di questo, che se le avessi mandato alcuni pochi miei versi pubblicati recentemente, Ella non gli avrebbe rigettati, non ostante la piccolezza del dono e del donatore. E m’esortava a mandargli, e a ricercare in tutti i modi la sua conoscenza, come cosa onninamente desiderabile e preziosa. Feci quanto mi consigliava, e le scrissi e mandai copia de’ versi; dopo di che, non perch’io mi fidassi del merito mio, ma della sua benignità, stava aspettando risposta. E aspettatala molto tempo indarno, avrei voluto replicare pel gran desiderio di procacciarmi, s’io avessi potuto, la sua benevolenza, ma dubitando se la mia lettera colla stampa le fosse giunta, non volea pormi a rischio di molestarla un’altra volta. Ora il Giordani m’assicura che la posta s’è divorato il tutto; ed io torno ad avventurare un’altra lettera e un altro esemplare 2 de’ versi per vedere se mi sarà possibile di farle noto l’amore che mi ha destato il racconto delle sue virtù, e il desiderio che, s’Ella disprezzerà il mio povero dono in quanto è cosa piccola e vile, non lo rifiuti in quanto viene da un cuore affettuoso, e deliberato di servirla diligentemente in tutto quello ch’io possa.3 Il che se mi verrà fatto, spero che V. S. non se ne sdegnerà, e vorrà tenermi, eom’io la prego, per suo devotissimo obbligatissimo servitore. 191. Di Pietro Giordani. Vicenza 20 Aprile [1819]. Mio caro Giacomino: v’ho scritto l’altro di da Milano.4 Io qui rimarrò certamente sin dopo la metà di maggio: più ancora, e non so quanto, se sarà vero che di qua passi Canova per andare al suo nativo Possagno. Io gli scrivo che mi faccia sapere ¡I preciso; e son risoluto d’aspettarlo un buon pezzo. 1 Dalla copia di Paolina, corretta da G., in casa Leopardi. 2 Nella copia era «un’altra copia». 3 Nella copia: «ch’io potrò». •1 Deve alludere alla sua dei 10 (num. 186).