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ANNO 1819 • LETTERE 17:i-l75 sposi a lunghissimo, e mi parea d’essere stato indiscreto. Voi mi rassicurate ch’io non lo creda, anzi volete ch’io mi distenda più ch’io posso: e però siccome quella povera lettera, contenendo, come vedete, parecchi testi raccolti qua e là e cose tali, la feci copiare, cosi l’avrete qui sotto tutta quanta.1 La mia dell’ordinario passato (la quale resta raccomandata alla clemenza del caso) 2 era scritta appostatamente per ringraziarvi del vostro dolcissimo Discorso giuntomi da Bologna con lettera del Brighenti, giacché le poste non fanno oltraggio fuor ch’ai dispacci che vanno di qua, non a quelli che vengono,3 del che le ringrazierei di cuore, non avendomi sperduto nessuna delle lettere vostre, se col nascondervi le mie risposte non mi mettessero in pericolo di parere ingrato. Della noterella che mi mandate4 vi rendo quelle più vive grazie ch’io so, e per ubbidirvi spedilo le mie canzoni, se non a tutti, almeno a qualcuno di quelli che mi segnate, e massime a coloro che mi raccomandate più specialmente; ma sarà inutile, perché, o mio carissimo, non basta ch’io viva nella più stupida città e provincia d’Italia; bisogna per soprappiù che questa sia la sola città e provincia d’Italia anzi d’Europa., che non possa aver commercio col resto del mondo. A Bologna mandai le mie canzoni, secondo che mi scrivevate,5 allo Strocchi e allo Schiassi con lettere: non m’hanno risposto. All’Angelelli: mi risponde mezzo mese dopo che ha ricevuto la lettera ma non le Canzoni. A Lodi al Montani, dicendogli che voi me l’ingiungevate (poiché mi scriveste di dirglielo): non ho risposta. A Vicenza al Trissino senza prò. A Milano al Rosmini, e al Rèina con lettere come a tutti gli altri. Nessuno mi risponde, benché mi risponda il Mai, ch’ebbe anche le Canzoni alquanto ritardate, e pure gliele spedii per lo stesso ordinario che agli altri due. A Brescia all’Arici: mi risponde che le Canzoni mancano. E perdi’ io credo che da un giorno all’altro vi debba arrivare un pieghetto 1 Con la presente lettera dovevano dunque andare unite le citazioni dei «testi» ohe G. aveva inviato al Giordani con la sua dei 19 febbraio (num. 161) a difesa del «rincora» e del «fra le rutene», e che ora dice di ripetergli. Si noti la dichiarazione, che G. aveva fatta «copiare» quella lettera: e di fatti cosi di quella come di parecchie altre la copia fu fatta da Paolina; e solo in virtù di essa abbiamo potuto conoscere i «testi» suddetti; i quali, essendo stati ricopiati a parte, non figurano qui, ma si posson leggere nella eit. lett. 161. 2 È la lettera precedente, num. 174. 3 È sintomatico questo ripetersi del fatto, più volte constatato e lamentato da G., che solo le lettere di lui non avevan corso o non arrivavano a destinazione. 4 Delle persone a cui spedir le Canzoni: è quella contenuta nella lett. 168 dei 7 marzo. I maggiormente raccomandati in quella nota erano il conte Calciati, il conte Roverella e il Montani; il quale ultimo gli era stato cor. molta premura e lode segnalato particolarmente nella lett. 152. 5 Nella lett. 144, che conteneva un primo elenco d’indirizzi.