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ANNO 1819 - LETTERE 157-159 ce ne sono, salvo parecchie scorrezioncelle venute dalla maniera di scrivere di un letterato romano che ha emendato la stampa.1 Ma le ho tolte via di mio pugno, secondo che mi dite.2 Siccome, contro quello che vi scrissi l’ultima volta,3 mi sono risoluto di pubblicare i miei versi, parte perché venute da Roma alcune copie legate, non mi sono parse tanto vergognose, e ho trovato che le copie in carta velina erano tutt’altra cosa da quella che m’aveano mandata per tale, e ch’io v’aveva spedita; parte perché avendo saputo che la stampa era disseminata in Roma,4 e venuta nelle mani del Pertica«, non ho potuto fare a meno di mandarla al Monti; cosi vorrei che m’insegnaste quello ch’io vi pregava nella mia dei 14 dicembre,5 cioè che cosa potrei fare delle copie le quali fo che aspettino in Roma, eccetto alquante che mi son fatte venire, come ho detto, e in che modo potrei conseguire il fine della stampa, ch’è il divulgarlo. I miei studi, giacché me ne domandate, sono gli ordinari. Questi ultimi giorni ho voluto leggere la Medicina di Celso, che m’ò piaciuta assai per quella chiarezza e sprezzatura elegante, e facilità di esprimer cose difficilissime a dare ad intendere. Ma ho detto di voler esser breve, e séguito a cianciare secondo il mio solito. Cosi accade a chi discorre con voi. Carlo e Paolina vi salutano caramente. Degli uffizi che avete fatti col Borghesi col Perticari col Mai,® che vi dirò? Già v’ho detto che non vi posso ringraziare. Ripeterò per la millesima volta che io v’amo e v’amerò unicamente finch’io viva. Addio, addio. 159: Ad Angelo Mai. - Milano.1 Recanati 15 Febbraio 1819. Pregiatissimo Signore. Né le sue occupazioni son tali che le lascino tempo da spendere in commerci inutili, né io son quello che possa frastornarla piacevolmente colle mie lettere. Perciò, standomi a cuore infinitamente di conservarmi come e più che un tesoro la sua benevolenza, tuttavia non ardisco provocarla a darmene verun segno oltre ai passati, fuorché sopravvenendo qualche opportunità, 1 Intornio il Cancellieri. Vedi lett. 147, p. 212, nntn 5. 2 Nella lett. 150, p. 217, paragrafo 1°. 3 Nella lett. 149, paragrafo 1°. 4 Veramente non poteva dirsi «disseminata», se soltanto poche copie n’erano stute distribuite dal Cancellieri e dall’Antici. 5 Lett. 141, paragrafo 1°. 6 Per procurargli un posto in Roma. 7 La minuta autografa fu da Paolina donata, nel novembre ’53, al signor Luigi Vecchiotti.