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ANNO 181» • LETTERE 153-155 223 mente che non ne gode il comune degl’Italiani, non posso fuorché pregarla che mi scusi in rispetto della sua benignità, ed anche voglia attribuire qualche parte dplla colpa a sé medesima, perch’io non avrei pensato a disturbarla se V. S. si fosse contentata di tanto merito quanto avesse potuto restare, non dico ignoto, ma senza quel grido che è penetrato ancora in questo mio romitaggio, o piuttosto serraglio, dove mancano egualmente e i diletti della società civile, e i vantaggi della vita solitaria. Quanto spetta al lìbricciuolo che sarà con questa, V. S. dovrebbe giudicarmi poco perito dell’uso de’ vocaboli s’io lo chiamassi dono. Ma quantunque non sia dono, Ella s’accerti che nemmeno è capitale dato ad usura, come sogliono dare i libri loro la maggior parte delle persone, esigendo se non altro che siano letti. Ora io so bene che non potrei chiedere a’ pari suoi cosa più grave che la lettura di un mio scritto. Perciò non le domando se non ch’Ella si compiaccia di non rigettarlo, e di tenerlo piuttosto come segno di riveienza che d’ardire usato nell’offrirle cosa tanto spregevole. E l’obbligo mio crescerà infinitamente, se insieme colla stampa V. S. non si sdegnerà d’accettare anche me per quello che già le sono da molto in qua col desiderio, e sarò per l’avvenire coll’effetto, purché Ella me lo consenta; io dico per suo devotissimo obbligatissimo servitore. 155. Al Ch. Sig. Cavaliere Vincenzo Monti.1 Quando mi risolsi di pubblicare queste canzoni, come non mi sarei lasciato condurre da nessuna 2 cosa del mondo a intitolarle 1 Questa lettera, dedicatoria delle due Canzoni, non ha dala. Sebbene dovè essere scritta poco dopo composte le Canzoni medesime, ho creduto opportuno collocarla qui, innanzi alla lettera onde G. accompagnò l’invio al Monti deH’opuscolo. Essa fu molto elaborata da G., il quale vi tornò sopra tre volte. La prima fu nella primissima redazione, como risulta dall’autografo esistente in casa Leopardi, ricco di correzioni. La seconda, un anno dopo, come risulta dalle altre numerose correzioni apportate dall’autore sopra un esemplare a stampa, ora nella Nazionale di Napoli. La terza, poco prima della stampa bolognese delle dieci Canzoni nel ’24, in cui la lettera fu interamente rifusa dalla prima redazione; come risulta dall’autografo napolitano, che servi alla detta stampa dol ’24. Altre correzioni ancora l’autore introdusse nella stampa fiorentina dol ’31 o nella napolitana del ’35, per quanto concerne il lungo brano sul fatto delle Termopile, in esse Btampe riferito. — Io ho creduto riportare qui la lettera nel suo testo primitivo, sia porché esso conveniva meglio al tempo, sia perché i testi successivamente corretti e modificati sono stati già da me pubblicati, con tutte le variazioni, nella mia edizione critica dei Ganti giii citati (voi. I, pp. 9-17). Insieme col testo primitivo, mi è parso utile dare in nota le correzioni, pur notevoli, fatto ad esso da G.; affinché si potesse cosi aver sott’occhi tutta la lunga trafila attraverso la quale passò questa lettera, prima di giungere alla sua ultima forma. 2 II o nessuna» fu aggiunto dopo.