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ANNO 181» - LETTERE 146-118 213 mezzi di ciò, non mi toglie il desiderio di mostrarmele prato e di corrispondere il meglio ch’io sappia, né quella ardentissima riconoscenza che mi farà essere costantemente fin ch’io viva, quale sono presentemente, aspettando come nuovo favore la nota della spesa ch’Ella si compiace di promettermi, il suo devotissimo obbligatissimo servitore ed amico.1 14K. Di Francesco Cancellieri.2 Roma 13 Gennaio 1819. Veneratissimo Sig.r Conte. Dopo aver passato molte notti nella maggiore inquietudine pel timore di non riuscirvi, son giunto a poter consegnare al S.r Vice Rettore del Collegio Capranica l’involto di copie 295 del suo libretto legato in carta colorata, cioè 285 in carta ordinaria, ed altre 10 in carta velina. Le altre 14 in carta uguale sono stato distribuite, due per la Posta a Lei, e 12 ritenute da me, che mi son fatto un dovere di andare a presentarne una al virtuosissimo Sig.r Marchese Antici suo Zio, e che manderò le altre fuori di Roma, per non divulgarne qui verun’altra.3 Le altro 15 in carta ordinaria sono andate per le solite distribuzioni, cioè (i al Maestro del S. P., al Revisore, Biblioteca della Sapienza e di Bologna, Card. Ditta Prefetto, Mons. Pedieini Segretario. Gambini mio Coadiutore, Ministro della Stamperia, Compositore, e Torcoliere. Fuori di questo ristretto numero che ne circolerà, e che non dovrebbe far chiasso, godo che tutte le altre vadano fuori. Il Sig.r Fucili ha mostrato di non essere stato da Lei prevenuto dell* incombenza di trasmetterle l’involto, e molto meno di rimborsarmi del Conto trasmessogli, con le ricevute dello Stampatore e del Legatore.4 Ma egli ciò non ostante non ha ricusato di ritenere l’involto, che Le spedirà. Il Conto è questo: Per copie 300 bianche, e 24 in Carta velina, a Se. 3.40 importano Se. 06.SO Per la carta di copie 24» 80 Al Compositore e Torcoliere pei- mancia.» 6(1 Per Carta colorata» 03 Per legatura di 324 copie» 01.50 Se. 12.70 1 Questa lettera, se è un modello di studiata e signorile compitezza, è anche segno di sincera riconoscenza da parte di G., ch’era riuscito, a mezzo del premuroso abate romano, nella diffìcile impresa di varare le sue Canzoni; io quali, mentre da un lato dovevano annunziarlo all’Italia come il suo fervido poeta, dall’altro dovevan destare fra i retrivi commenti e sorrisi beffardi, e far pelare di paura il conto Monaldo. ì Dall’autografo, nella Nazionale di Napoli. 3 Quindi può dirsi cho realmente in Roma non ebbe luogo una vera e propria pubblicazione. 4 Cfr. lett. 146, p. 211, nota 4.