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ANNO ISIS - LETTERE 132-134 191 gore anche straordinario. Desidero che possiate darmi ottime e liete nuove di voi. Ricordatemi parzialissimamente al Papà, alla mamma, al zio Marchese Carlo: salutatemi la sorellina, e i minori fratelli: ch’io vi amo e vi abbraccio di cuore. Ho letta l’opera postuma di Madama Staèl; e mi è piaciuta moltissimo. Vostro zio troverà in quella i suoi sentimenti, e dovrà piacersene. Addio addio. 134. A Pietro Giordani. - Piacenza.1 Recanati 0 Novembre 1818. Risposi il 19 del passato alla vostra ultima di Bologna,2 mandandovi un libricciuolo manoscritto, il quale m’accorgo dalla vostra di Piacenza del 29 ottobre,3 che non l’avete ricevuto, come né anche la lettera. Mi date due buone nuove che mi rallegrano assai, l’una che state benissimo, specialmente di salute, anche oltre all’ordinario,’1 intorno alla quale vi dirò che quando anche mi scriveste di trovarvi meglio che qualunque persona del mondo, non vi dovreste mica aspettare ch’io pregassi Dio, come Filippo, a voler mescolare un pochino di male alle vostre fortune. L’altra nuova è che forse questo inverno lo passerete scrivendo. E come quella mi rallegra per cagion vostra, cosi questa per cagione tanto mia quanto di molti. Potete stimare con che gusto saprei di che siete per iscrivere: ma non m’arrischio di domandarvelo. Vi ricordate ch’essendo qui vi dissi ch’io teneva per sicuro, quantunque a non guardarla sottilmente dovesse parer cosa sofìstica e ridicola, che la voce latina somnus derivasse dalla greca {ÌJivog? Il che volendovi dimostrare, voi ve ne rideste: io aggiunsi che non che ne fossi persuasissimo, né anche dubitava che questa derivazione non fosse stata già notata e data per certa dagli etimologisti, ancorché non mi fosse capitato di vederla 5 appresso veruno. E cosi voi stimandola un sogno, io verità di fede, passammo ad altro. Ora vedete che cosa io trovai presso Geli io poco dopo partito voi. Sta nel Libro 13, capitolo 9: Quod Greci vnìn, nos super dicimus; quod item-illi {Itzvo;, nos primo SYPNUS, deinde per Y Graecae Latinceque litterce cognationem, somnus. In un’altra edizione trovo: latinoeque o litterce; in un’altra: deinde per y etc. sumpnus; come appunto io vi diceva che doveano avere scritto anticamente; sumnus o sumpmis ch’è tutt’uno 6 (come dompnus de’ tempi barbari 1 Dalla copia di Paolina, corretta da G., in casa Leopardi. 2 Vedi la correzione nel Poscritto della presente. 3 È la lettera che precede a questa. 4 Nella copia era scritto n al consueto«. 5 Nella copia: «ancorché non l’avessi veduta». 6 Nella copia: «che è lo stesso».