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188 EPISTOLARIO gentilissimo vostro zio.l Riverisco la Contessine Paolina: e avendo promesso nna riga a Pieruccio,2 sia per lui questa riga, che lo abbraccia caramente, e si rallegra seco di quella viva indole, dalla quale si può moltissimo sperare. A voi due (oh rari, ed ottimi e carissimi giovani!) desidero ogni più degno premio a tante virtù, e occasioni di farne prova con vostro onore e pubblica utilità; o come preziosissime e amatissime cose vi abbraccio con riverenza devota, e vi bacio, e vi supplico che sempre mi vogliate bene, e spesso mi diate vostre nuove. Se v’in vogherete de’ libri proposti,3 non avrete che a ricercarli in Bologna al signor avvocato Pietro Brighenti. Addio cari cari; addio con tutto l’animo, addio senza fine. 131. Dello stesso. Bologna 14 Ottobre [1818]. ilio carissimo Giacomino. Ricevo la vostra 28 settembre, e l’altra 5 corrente.4 Della prima non farò altro che ringraziarvene molto. Quanto alla seconda, devo prima d’ogni cosa pregarvi che molto ringraziate per me la bontà del vostro signor Padre, che si è compiaciuto di scrivermi cosi amichevolmente; e a lui e alla contessa madre certifichiate ch’io sarò sempre obligato ed affezionato. Abbracciatevi poi per amor mio col carissimo fratello Carlo: baciate Pieruccino, e l’altro,® riveritemi la Contessa Paolina, e il Marchese Zio. Ho avuto la lettera di Brighenti, e quella del Perticari.8 Delle lettere mandatevi da Canova ricevo una ili mio fratello: dunque un’altra s’è perduta. Qualunque ne abbiate, o vi capiti, fatemi grazia di mandarmele a Piacenza ferme in posta, lo parto domani; e dopo breve dimora in Parma, vo a seppellirmi nel mio cimitero di Piacenza: di là vi scriverò: là spero che vengano a trovarmi vostre lettere, che sempre mi saranno desideratissima consolazione. Vi raccomando con tutta l’anima che abbiate cura della saluto, e non vi affatichiate soverchio. Non egualmente vi raccomando che mi amiate; parendomi fare ingiuria a tanta bontà con parole superflue, e quasi d’animo non sicuro. So che dovete amare chi vi ama tanto tanto, e vi desidera ogni maggior bene. Abbraccio cordialissimamente e voi e Carlino: oh possa io rallegrarmi di vedervi cosi lieti e felici, cosi pieni di contentezza e di onore come è degno a tante virtù vostre. Addio, dolcissimi amici; v’ama pur più che non sappia e possa dirlo il vostro Giordani. 1 Carlo Antiei, trovandosi con In famiglia in Rceanati quando vi si recò il Giordani, aveva avuto modo anch’egli di conoscere e ammirare lo scrittoipiacentino. 2 L’ultimo dei fratelli di G-, allora ili cinque anni. 3 Si vede che tra gli altri consigli, di carattere letterario, dati a voce a Giacomo e a Carlo, il Giordani aveva loro proposti anche libri adatti a’ loro studi. •I Mancano tutto o due. Nella prima G. doveva manifestare la gioia sua e di Carlo per aver passato quoi cinquo giorni nella compagnia del Giordani, e protestargli ancora una volta il loro affetto. La seconda, di cui G. riassume il contenuto nella lettera seguente dei li) ottobre, era accompagnata da una letterina di Monaldo, forso di risposta ad una di ringraziamento del Giordani, che parimenti manca. 5 Luigi, giovinetto sui quattordici anni (G. P.). 8 Che G. gli aveva voltate a Roma.