Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/222

ANNODISI» - LETTERE 128-13» 187 que giorni, di modo che la sua lettera m’è giunta dopo ch’egli era partito. Ma mi farò un piacere di usare ogni diligenza perché la riceva sollecitamente e sicuramente.1 Intanto mi rallegro di avere avuto questa occasione di conoscerla e di servirla, e desiderando ch’Ella mi continui l’onore de’ suoi comandi, mi dichiaro devotissimo obbligatissimo servitore. 130. Di Pietro Giordani. Bologna 1° Ottobre 11818]. Sia comune a voi, mio carissimo Giacomino, e all’amabilissimo e bravissimo nostro Carlino questa lettera; che vi avvisa come io giunto a Macerata, e dalla cattiva stagione, e da qualche lettera che vi trovai, fui persuaso a differire l’andata a Roma. Starò qui non molto, benché ci stia benissimo: ma prima di partire vi scriverò. Se voi tardate oltre la metà del mese a scrivermi, dirigete a Piacenza fermo in posta. Intanto io vi prego che presentiate i miei più cordiali rispetti e ringraziamenti a’ vostri genitori, a’ quali perpetuamente mi professerò obligatissimo, e pieno di stima affettuosa, ed offero i miei deboli servigi, per qualunque cosa io potessi. Non dimenticate di riverirmi e ringraziarmi tanto il spettato; e per procurare ¡1 pane alla moglie ammalata e alle figliuole, si diede a imprese musicali. Esporto com’era nella musica, scrisse parecchio in quel genere, segnatamonte 1 Elogio di Matteo Babini, celebro tenore e suo maestro di canto, e un Discorso sulla musica rossiniana. Fallitegli certe speculazioni mercantili, tra cui quella di un’Agenzia teatrale, tentò l’industria librario, e guadagnò parecchio con le Opere del Giordani, poco con quello del Mont i e coi.due giornali L’Abbreviatole e 11 Caffè di Petronio. Frequentava i pili noti letterati, e tra essi strinse poi intima amicizia col nostro Giacomo. Dopo ohe il Giordani ebbe personalmente conosciuto G. a Rccanati, dovette parlare di lui al Brighenti come di un giovino carissimo e promettentissimo nel campo degli studi; ed è probabile che esortasse anche il recanatese a porsi in relazione con l’avvocato-editore. Il che non tardò ad avvenire. Purtroppo le tristissime condizioni economiche della sua famiglia spinsero il disgraziato Brighenti a farsi confidente della Polizia austriaca, la quale gli diede lo speciale incarico di vigilare, indagare o riferirò sulle idee e sulla condotta politica dei lettorati suoi amici: il che egli faceva con lettere portanti la falsa firma di Luigi Morandini. Paro che fosse anche confidente del Duca di Modena. Dopo avere accompagnato la figliuola Marianna nello peregrinazioni artistiche, fu nel ’46 dal governo di Pio IX nominato Giudice supplente a Forli, ove nel’48 lentamente si spense. Non sappiamo so il Giordani ebbe conoscenza o sentore dell’orribile mestiere a cui il Brighenti s’era dato; ma si può tener por corto che il Leopardi non lo sospottò mai minimamente. Come il recanatese aveva avuto dal Brighenti affettuose accoglienze allorché, fermatosi nove giorni a Bologna nel ’25, si dirigeva alla volta di Milano; cosi ne ebbe, e continue e ancor più affettuose, dopo che da Milano tornò a Bologna, ove fece lunga dimora nel’25 e’26. 1 Di fatti la rispedi all’indirizzo del Giordani in Roma, ove quegli aveva detto di volersi recare, insieme con una lettera del Perticari pure al Giordani dirotta: raccomandandolo entrambe al Canova (cfr. lott. 132, principio).