Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/169

EPISTOLARIO vostra 27 ottobre.1 A Milano andrò circa la metà del mese o poco dopo: i penso rimanervi pochissimo. Però là non mi scrivete; ma sempre a Piacenza. Cercherò diligentissimamente del Senofonte; e vi avviserò il successo. Intanto curate di star sano, e di volermi bene: e al Padre e al fratello ricordatemi servitore. Io con tutto il cuore vi abbraccio e vi saluto senza fine. Addio addio. 86. Ad Angelo Mai. - Milano.2 Recanati 10 Novembre 1817. Stimatissimo Signore. Oggi sono cinquanta giorni che il nostro Giordani mi ha scritta la sua ultima lettera,3 e in questo tempo io gliene ho scritte tre,4 alle quali non ho risposta; non ho risposta da lui, che né pure aspettava le mie lettere per iscrivermi, tanto che io spesso per una delle mie, ne aveva due o tre delle sue. Io sono in un’angoscia che non posso esprimere, perché conoscendo come fo 5 l’affetto e la premura incredibile ch’egli aveva per me, non so immaginare cosa che cagioni questo silenzio, altro che tristissima; la quale se fosse, lascio pensare a Lei che sarebbe di me. Avendo scritto tre volte a lui inutilmente, come ho detto, non ho saputo a chi ricorrere per averne nuova, fuori che a Lei; e però la prego che mi scusi di questo fastidio cosi improvviso, avendo compassione di quest’ansietà crudelissima in cui mi trovo, e mi dica di lui quello che sa; e quando avesse (che Dio non voglia) qualche cattiva nuova da darmi, non guardi perché questa mi sbranerà il cuore, ché già me lo strazia barbaramente I’ ¡stesso sospetto, ma me la dica tale qual ella è. Sto aspettando la sua risposta con un batticore indicibile. Quanto più presto Ella mi scriverà, tanto più mi farà favore: ché o verrà a levarmi affatto di questa pena che non mi lascia né di né notte, o nell’eccesso del cordoglio mi farà acquietare. Di nuovo le domando perdono di quest’arditezza mia, della quale appena mi accorgo in questo turbamento, e con tutto il cuore mi dico suo devotissimo obbligatissimo servitore. 1 Num. 83. 2 Dalla copia di Paolina, corretta (la G., in casu Leopardi. 3 Si riferisco a quella dei 21 settembre (n. 77). Ma dopo di essa il Giordani gliene aveva scritte altre due, il 1° e il 6 novembre, le quali mentre scriveva la presente G. non aveva ancora ricevute. Sicché aveva ragione di dire che da cinquanta giorni era privo di notizie del suo Giordani, e di rivolgersi al Mai per uscire dall’ansietà e dall’angoscia. 1 11 26 settembre (n. 78), il 10 ottobre (n. 80) e il 27 ottobre (n. 83). 5 Nella copia era scritto «troppo bene», corretto da G. in «come fo».