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110 EPISTOLARIO rissimainento amo: però se le piace diamoci del voi. Por quGst’auno mi sarà impossibile «li soddisfare al gran desiderio elio ho di venire a Recanati per voi. Ma spero bene che l’anno venturo, poiché sarò stato in primavera a visitaro Canova, passerò Testato a visitarvi; ché ho lante e tantissime cose da dirvi. Riveritemi e ringraziatemi parzialissimamente il vostro signor Padre. Lasciatemi raccomandarvi sempre la vostra salute. Se sapeste quanto mi preme; e quali speranze vi fondo sopra per la nostra Italia! Per carità, fate moto ed esercizio. Desidero le vostre osservazioni sul mio libretto Dionisiano. Degnatevi di scrivermi subito a Piacenza, perché poi dovrò andare a Venezia e a Vicenza; e le vostre lettere si smarrirebbero. Vi riverisco ed abbraccio con tutta l’anima, mio carissimo Contino. Addio, addio. ti4. A Piktuo Giordani. - Piacenza.’ Reouimti 14 Luglio [1817]. Vi ringrazio del bando dato alla Signoria. Carissimo Giordani, tenerissimamente vi amo. Sapeva la vostra andata a Piacenza, e sapete da che? dalla Gazzetta, dove sempre do un’occhiata alle Partenze per voi. Nondimeno avea creduto più sicuro di spedirvi a Milano il mio parere sul Dionigi, come ho fatto in una lunga lettera insieme colla nota degli associati al Beicari, agli 11 di questo," pochi momenti prima di ricevere la vostra dei 3. Mando questa pel primo ordinario, ma dubito ch’ella vi trovi a Piacenza, perché la o.stra, come vedete, m’è giunta tardi. Avrei bramato che leggeste subito l’altra mia, ma vedo che subito non l’avrete. Non ho ricevuto il Panegirico, ma non ve ne maravigliate, perché qui a ricevere un libro da Milano fuori di posta, dopo ch’è spedito, bisognano spessissimo due o tre quaresime di preparazione, non mai meno di ima. Dunque bisognerà aspettare un anno prima di vedervi. Caro Giordani, se io fossi mio, le catene e le inferriate non mi terrebbero che non volassi a voi. Ma io sono come la montagna di Maometto, che tutto si può muovere eccetto lei, e bisogna venirla a trovare. Speranze non fondate sopra di me, ché oltreché non son terreno per questo, non vogliate fai’ della mia vita più capitale che 1 Dalla copia di Paolina, corretta da G., in comi Leopardi. 2 Cfr. lett. 61. —La lettera-dissertazione di G.. allestita entro venti giorni (dal 20 giugno al 10 luglio), e subito ricopiata, era stata dunque spedita l’11 luglio, sebbene porti veramente la data dei 7. Il Giordani la ricevette il 27 luglio a Piacenza, voltatagli da Milano; e molto la lodò ripetutamente; non ostante che in essa il L., con molto garbo si ma anche con molta libertà e indipendenza di giudizio, sostenga, non solo contro il Mai e contro il Ciampi, ma anche contro il Giordani stesso, un’opinione sua propria, cioè che i frammenti dionisiani non siono se non un estratto o spoglio dell’opera grando, non già, come voleva il Giordani, il Compendio veduto da Fozio. Puoi vedere il mio Leopardi filologo ftiii cit., pp. 197-203.