de’ 27,1 benché tristissima, mi consola per la dolce speranza
che mi dà di quello ch’io più desidero al mondo. Feci accettare
la cambiale. Ti lascio perchè i miei occhi sono in uno stato non
credibile a chi non lo prova; ma ti amo quanto si può più amare.
Addio senza fine.
1806. |
Ad Antonio Ranieri. |
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Ranieri mio. Ilo la tua del primo. Io ho scritto due volte
a Francesco Pane Impiegato nel Gran Libro; l’altre volte a te,
secondo il tuo avviso. Non puoi credere quanto mi dispiaccia
questa brevità che sono costretto usar teco; ma se tu potessi
comprendere lo stato dei miei poveri occhi, conosceresti che
estrema necessità mi sforzi malgrado mio. Intanto io t’amo come
tu solo puoi intendere, e darei anche i miei occhi per conso-
larti, se valessero. Ti abbraccio come mia unica causa vivendi.
Addio, addio.
1807. |
Ad Antonio Ranieri. |
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Ranieri mio. Oggi non ho tue nuove. Ti ripeto ch’io ho scritto
due volte a Francesco Pane, le altre volte a te.1 Ti ripeto ch’io
t’amo quanto si può amare in questa vita, e che ogni giorno,
ogni ora ti sospiro. I miei occhi sono sempre in uno stato infe-
licissimo, cosa che mi travaglia molto. Addio, anima mia. Ti
abbraccio senza fine. Non lasciar mai di scrivermi.