thaeis, che mi ha risposto cortesemente, ma senza conchiusione.
L’Amico Mayer, dopo guarito, sarà con voi, e vedrà meglio quali sono
quei Romani di Roma cui potrei mandar la circolare non affatto inu-
tilmente. Frattanto l’ho mandata a tutte quelle alte persone dello Stato
da voi indicatemi. Ma li devo compatire se non rispondono; hanno
altre cose da fare che di occuparsi dell’Antolog. Frattanto vado avanti:
ieri ho pubblicato il mio fascicolo di Novem.-Xhrc, il quale comincia
con un articolo del Libri, e finisce con uno del Nobili. Giorni sono
poi, ho avuto in casa mia una riunione di 16 scienziati co’ quali abbiamo
fissato per gli Annali delle Scienze;2 presto vi manderò il manifesto.
Ringraziate da parte mia Mons. Muzzarelli p[er] l’esibizione ch’e-
gli fa di partecipare documenti preziosi riguardo al foscolo. Ne fo avvi-
sata la persona che ha assunto l’impegno di tessere la Storia dell’illu-
stre scrittore, e spero che lei medesima, e direttamente si farà conoscere
a Monsignore. Per ora sono ancora sottoposto al segreto su quest’af-
fare: segreto che, e dico il vero, mi pare una freddura.
Ho chiesto a Torino le nuove del Gioberti. Addio.
Il vostro Vieusseux
1711. |
A Paolina Leopardi. |
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Cara Pilla. Ricevo i Dialoghetti, che subito mi fuggono di
mano per passare in venti altre. Non capisco troppo la neces-
sità di tenerne celato l’autore. Credi pur certo che quelle cose
piacciono ora a tutti i Governi, salvo ai francesi, dei quali chi
vorrebbe più aver paura? - Melchiorri rispose quello che da
tutti i paesi si risponde a chi domanda di pensioni: ma io qui
con Melchiorri stesso, e con altri più atti di lui, ho girato mezza
Roma e veduto venti quartieri senza potermi accomodare in nes-
suno, sia p[er] il prezzo, sia p[er] altro; e la sola pensione che
ho ritrovata a fare, è stata di 19 scudi, e non l’ho accettata per-
chè, con molto incomodo, poco avrei risparmiato. - Io partirò
di qua per Firenze, se piacerà a Dio, e se avrò la possibilità,
al principio di Marzo. - Salutami tanto Carlo, col quale e con