1586. |
Di Giovanni Rosini. |
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A. Carmo
Giordani vi avrà fatto la mia ambasciata; giacché non potei sabato
sera venire dalla signora Carlotta (che saluterete) giacché tornai tar-
dissimo in città.
Or veniamo a noi. - Una camera ed un salotto è libero nella casa
del mio cocchiere. - Se venite presto, come desidero, vi si aspetterà,
e voi proverete p[er] un mese. - Son veramente gente di garbo; ma
potrebbe non piacervi la casa, e il pranzo; ma di tutto meglio a voce.
- Potrete venire a battere alla mia porta, di dove vi sarà additata la
casa. - Addio. Salutate gli amici
G. Rosini
Pisa 8 Nobre 1830
1587. |
A Paolina Leopardi. |
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[Firenze, 15 Novembre. 1830] |
Cara Pilla. Quel forestiero che ha voluto VEusebio, è un filo-
logo tedesco,1 al quale, dopo molte sedute, ho fatto consegna
formale di tutti i miei mss. filologici, appunti, note ec., comin-
ciando dal Porphyrius. Egli, se piacerà a Dio, li redigerà e com-
pleterà, e li farà pubblicare in Germania; e me ne promette
danari, e un gran nome. Non potete credere quanto mi abbia
consolato quest’avvenimento, che p[er] più giorni mi ha richia-
mato alle idee della mia prima gioventù, e che, piacendo a Dio,
darà vita ed utilità a lavori immensi, ch’io già da molt’anni con-
siderava come perduti affatto, p[er] l’impossibilità di perfezio-
nare tali lavori in Italia, pel dispregio in cui sono tali studi tra
noi, e peggio pel mio stato fisico. Quel forestiero mi ha trom-
bettato in Firenze p[er] tesoro nascosto, p[er] filologo superiore