[di Filottrano 3. Febr. 1830] |
Pregiatiss.0 S.r Conte
La prego a gradire una copia di quel mio Lavoro sull’antica vita
di Cola di Rienzo,1 di cui Le parlai quando ebbi l’onore di riverirla
in persona. Le cattive stagioni hanno posto impedimento al mio vivo
desiderio di rivederla, e di far ossequio al di lei S.r Padre, ma le nevi
non saranno eterne e tanto più gradito, quanto più desiderato sarà per
me il piacere di visitarla di nuovo, e far tesoro di sue alte dottrine.
Sono frattanto con ogni riverenza.
Di Lei preg.° S.r Conte
Umiliss.0 Dvmo Servitore ed Amico
Zefirino Re
di Filottrano 3. Febr. 1830
1518. |
Di Gian Pietro Vieusseux. |
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Carissimo mio Leopardi
Ebbi la vostra del dì 8 Gennajo. Altre vostre nuove abbiamo rice-
vute nell’ultima lettera della degnissima vostra sorella al Giordani. Non
so s’egli vi abbia ancora risposto; ma credo al certo che il Gen. Col-
lctta vi avrà scritto. Mio buon amico, nulla di molto consolante
abbiamo da dirvi intorno all’affare del premio - il Botta l’ha otte-
nuto, e voi avete l’accessit) ma l’accessit non è che un complimento
sterile, - che ad ogni modo non vi poteva essere negato -; e la giu-
stizia voleva almeno che si dividesse il premio, dandone la metà allo
storico piemontese per l’importanza dell’argomento e la mole dell’o-
pera, ed a voi l’altra metà per i pregi della lingua e dello stile, princi-
pal cosa che dovrebbe contemplare l’accademia, istituto della quale
è la lingua e non le scienze storiche. La vostra causa è stata difesa dal
(lapponi e dal Niccolini, ed anche lo Zannoni s’è mostrato giusto a
vostro riguardo; ma cosa sperare da tutti quei canonici che formano
il resto di quel consesso?1