braio, non risposi, perchè sperai di vederti presto. Ma io ti sto
aspettando e sperando sempre, e m’inganno. Che fai tu ora?
che scrivi? So che la tua fama cresce, e si fa ogni giorno meglio
proporzionata al tuo merito: e di ciò sento una consolazione
e un piacere, come se la cosa appartenesse a me proprio. Ma
in fine, trova un momento da venire; che, dopo sei mesi, io oda
per la prima volta una voce d’uomo e d’amico. Non so se mi
conoscerai più; non mi riconosco io stesso, non son più io; la
mala salute, e la tristezza di questo soggiorno orrendo, mi hanno
finito. Nondimeno, ho ancor lena ed animo abbastanza per
amarti e desiderarti sempre. Se vieni, ricordati di portarmi a
vedere qualcuna delle tue cose ultime. Addio. T’abbraccio con
tutto il cuore.
Il tuo Leopardi
1468. |
Di Gian Pietro Vieusseux. |
|
Mio carissimo Leopardi. Solamente nella settimana passata è arri-
vata la vostra Crestomazia poetica, che l’Antologia non trascurerà, cer-
tamente. Tante sono le opinioni sul modo migliore di fare una simile
Antologia che non mi fa meraviglia il sentire che vi è chi la critica -
per me trovo molto comodo di avere riunite in due soli volumi tante
belle e buone cose per leggere le quali conveniva prima cercare sparse
in tanti volumi.
Non il Manzoni, credo io, ma il Botta avrete per concorrente alla
Crusca; chè il Botta ha effettivamente mandato il suo libro, che per
la mole, sicuramente, ha sulle operette morali un immenso vantaggio.
- Riguardo al Manzoni, egli, ne sono certo, non ha concorso. E vero
bensì ch’egli gode un grandissimo favore presso S.A.I.R.; e che l’Ac-
cademia della Crusca, in parte almeno, si compone di persone che non
desiderano altro che l’occasione di farsi ben volere. Ma sin adesso
non ho mai udita fare la supposizione che i promessi Sposi possano
venire contemplati; mentre più volte ho sentito nominare il Botta.
Del resto, io sto zitto, e mi guardo ben bene di manifestare i miei