della vostra amicizia. Vicino o lontano, mi ricorderò sempre di
voi e de’ vostri con tenerezza, e sarò sempre certo che tutti voi
farete di me altrettanto, perchè ho conosciuto abbastanza l’animo
vostro. Salutatemi tutti; e, per amor mio, abbiate cura alla salute,
e sforzatevi di spassarvi e di rallegrarvi. Vi prometto ch’io farò
lo stesso. Addio, addio con tutto il cuore.
Il vostro Leopardi
1457. |
A Gian Pietro Vieusseux. |
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Mio carissimo Vieusseux. Come scusarmi con voi del mio
lunghissimo silenzio? come, se non col mio stato, e colla mia
quasi impossibilità di scrivere? Non vi parlerò della mia vita,
e deH’accoramento in cui passo i giorni, soffocato da una malin-
conia che è oramai poco men che pazzia: non voglio annoiar
voi e me con discorsi tristi. Le vostre lettere sono sempre piene
di amore: mi corrono le lacrime agli occhi quando mi ricordo di
voi, e del tempo che ho goduto la compagnia vostra.
L’Antologia di Gennaio e di Febbraio, per quanto ne ho
potuto leggere, mi è sembrata eccellente al solito. Ma voi non
sapete frenarvi, nè mantenere i buoni proponimenti; e i vostri
fascicoli passano sempre i dieci fogli. Dite a Montani che fra
i tanti amici che gli hanno fatto i suoi articoli Antologici, conti
ancora mia sorella, la quale, ricevendo qui l’Antologia, è molto
contenta ogni volta che vede quell’-M.
Ricevo in questo punto la vostra ultima senza data} Pio pia-
cere che il Niebuhr vi sia giunto. A me non fu inutile l’averlo
portato meco, perchè, prima di rimandarlo, ne presi un’infinità
di appunti.2
Vi ringrazio delle notizie che mi date circa gli amici, e circa
la Monaca di Monza: vi assicuro che mi sono sommamente grate.
Ma voi non mi dite più nulla della salute vostra. Spero che la