Addio mio caro Figlio. La Mamma e li Fratelli vi salutano cara-
mente. Abbiatevi cura: scrivete, poco se così domandano gli occhj vri,
ma spesso, poiché una riga non può nuocervi, e serve a noi di molto
conforto. Addio addio. Vi abbraccio e domando per voi al Signore
mille benedizioni.
Il vro Affmo Padre
1102. |
A Pietro Brighenti. |
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Mio carissimo Brighenti. Rispondo alla tua amorosissima 25
Giugno. I miei occhi stanno sempre male, e senza speranza per
ora. Io vivo, come puoi credere, molto malinconico, non ostante
le molte gentilezze usatemi da questi letterati; tra i quali, tutti
i primarii, compreso Niccolini, (non potendo io uscire di giorno)
sono venuti a trovarmi. Giordani è sempre meco, e si parla di
te ogni giorno. Farai molta grazia a lui ed a me se ci terrai infor-
mati del successo dell’affare relativo a’ suoi due volumi. Abbiamo
discorso maturamente della Proposta. Giordani è di parere che
l’ordine dell’opera non si debba alterare in niun modo, e che tu
la dia tal quale sta nelPedizione di Milano, non ostante la sua
molta confusione, alla quale si rimedierà coll’indice delle voci.
Sai che ancor io inclinava a questa opinione. Se vorrai tirar delle
copie separate dei Dialoghi,1 lo potrai fare nello stesso modo,
mutando solamente la impaginatura ec. Loda poi molto Gior-
dani il tuo proposito di dare in via di note le osservazioni uscite
finora sopra quell’opera. Ti avverto di una cosa. Finché io sono
in Firenze, o non mi dar commissioni per Giordani, o scrivi in
modo che tutta la lettera sia ostensibile a lui. Perchè appena
Giordani sa che tu mi hai scritto, vuol vedere la lettera. Se io
dico di non poterla mostrare, gli fo nascere mille sospetti. Salu-
tami tanto D. Luigi, e domandagli da parte mia se ha egli mai
conosciuto in Firenze un Bacci di Civitanova, antico militare
del Papa, che ha una figlia che suona il pianforte; e se la sera