sìbus, atque diebus, sed paene horis ipsisque momentis ad incrementa
vi et augmento festinant, aliqua continentiae I ratio frenaret etc. ».
Il lavoro di questo supplemento conosco apertamente non esser per
me, poiché oltre il mio picciolissimo ingegno, che non mi permette
di far cose ardue, e difficili, inoltre l’animo, che non è tranquillo m’im-
pedisce di dedicarmivici sopra con assiduità. Spero caro Giacomo di
aver da te questo favore, che vogli riempiere tutte quelle lacune. Hai
ancora a pensare che non si richiede una grande scrupolosità, mentre
si ponno pure cambiare delle lettere, essendo la lapide piutosto scor-
retta. Mi duole di non trovar ora la tavola degli elementi, e le varie
forme delle lettere, e li loro cambiamenti, che te li avrei mandati, ma
li manderò quest’altro ordinario. Ti dirò poi in seguito il mio senti-
mento sull’epoca alla quale debba aggiudicarsi quel marmo, che io sup-
pongo de’ tempi d’Aureliano. Basta di ciò parleremo altra volta. Nella
colonna in bianco potrai inserire li supplementi. Addio caro Giacomo,
perdona il tedio che devi prenderti per me, ed alla mia dapocaggine,
ed al tuo facile ingegno attribuisci questa seccatura. Addio, addio.
Amami, e credimi sempre
Il Tuo G. Melchiorri
Caro Amico. Pochi dì prima di ricevere la vostra cariss. dei
5, io vi aveva scritto per chiedervi delle vostre nuove, mandan-
dovi p[er] la posta paoli 8. residuo dell’associazione alle opere
di Giordani. Spero che vi saranno pervenuti l’una e gli altri.
Io vi ringrazio di cuore della compiacenza che avete di darmi
le notizie dell’esito delle mie Canzoni. Non ho veduto l’arti-
colo di Orioli, perchè codesto Bollettino universale, con tutta
la sua universalità, in Recanati non capita. Mi rallegro molto
di vedervi occupato in un nuovo Giornale molto gradito, ed
anche con intenzione di attendere a nuove imprese. Voi fare-
ste cosa bellissima ed ottima a continuare la edizione del Gior-
dani. Ma ditemi: in quel periodo della vostra poscritta, chi sa