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677. Di Antonio Fortunato Stella.
[Milano, 5. Marzo. 1825]

Al chiariss."10 Sig. conte Giacomo Leopardi. Recanati Milano 1 gennaio 1825.1 Terminato essendo coll’appena spirato anno lo stabilito seiennio mio sociale con questa Società Tipografica de’ Classici Italiani, da cui ottenni appieno quel desiderato sollievo commerciale ch’era stato lo scopo della mia unione, e con cui certamente continuerò ad aver rela- zioni non meno di commercio che di amicizia, ritorno ora di nuovo al traffico de’ libri da me solo, ma assistito però dal maggiore de’ miei due figli divenutone capace, e dal mio genero ancora sig. Francesco Epimaco Artaria: senza di che io non mi sarei mai staccato dalla Società suddetta. Ed è appunto in grazia di loro che oggi alla mia vecchia Ditta aggiungo e Figli, mostrando così ch’io conto sull’assistenza e dell’uno e dell’altro, e su quella anche del figlio minore, se piacerà al Cielo ch’io campi tanto da vederlo fuori anch’esso dell’adolescenza: ben certo inol- tre che tutti d’accordo sapranno conservare intatto l’onore del mio nome, e il loro proprio insieme, mantenendo religiosamente i patti dei contratti, servendo fedelmente ed esattamente i corrispondenti e gli avventori, e mostrandosi in ogni azion loro onesti e sinceri. Verificherete questo col fatto se avrò il bene che ripigliate ad ono- rarmi delle vostre commissioni, e col fatto pure conoscerete la sincera mia gratitudine. Intanto vi riverisco cordialmente Ant. Fort. Stella 5. Marzo. Le mando questa circolare, egregio mio signore ed amico, non tanto per farle conoscere la mia nuova casa, che si farebbe un pregio di servirla, quanto perchè Ella sappia ch’io sono ancora al mondo e che sono sempre pieno di stima e d’amore per Lei. Glie la mando anche per interesse, includendole qui l’annunzio delle Opere di Cicerone, affine di sentire il dotto e sincero suo parere intorno a tale impresa. E se il pregare non fosse arditezza, vorrei anche pregarla a dirmi quali