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tentissimo, come Ella mi esorta, a Recanati, e anche nell’Isola di Pasqua in mezzo all’oceano pacifico, poiché Ella sa bene che l’ambizione non è mai stato il mio vizio. Se bene ho detto di voler lasciare a parte i ringraziamenti, non posso però mancare di ringraziarla dello sborso fatto in mio nome al Cugino Melchiorri, ed anche della gentil burla fattami nella sua penultima, di mandarmi un paragrafo in lingua per me inintelligibile. Il buono è ch’io non ho alcuno a cui ricor- rere per intenderlo, ed ora appunto muore in questo spedale un tedesco senza potersi confessare, perchè in tutta la colta nostra provincia non si trova un prete che sappia quella lingua. Avrei molto caro d’intendere da Lei il giudizio che il Sig.c Ministro d’Olanda ha fatto delle mie Canzoni, e se questo fosse sfavorevole, tanto più volentieri l’intenderei, come sempre soglio. Ella mi continui la sua benevolenza, e in luogo de’ ringra- ziamenti, accetti le proteste di vero amore e vera tenerezza del suo sempre

Affezionatissimo Nepote
Giacomo Leopardi
676. Di Pietro Brighenti.
Bologna 5. marzo 1825.

Carissimo Amico: Che direte di me, che sono stato tre mesi e mezzo a rispondere alla grata vostra del 22. novembre! Ma voi me lo perdonerete, assicu- randovi che giammai sono stato sì affollato come in questo tempo. Ho dovuto liquidare tutte le partite della edizione delle opere Giordani; noiosissima e brigosissima faccenda; ho dovuto cercare di vendere delle partite di miei libri, e pagar chi mi è creditore. Ho dovuto trattare seriamente alcuni affari di famiglia assai difficili; e per ultimo non ho potuto esimermi dal dirigere un piccolo giornaletto che esce qui una volta la settimana, intitolato II Caffè di Petronio,1 nel quale certi dia- logucci hanno avuto un incontro in questa città, che mi ha fatto mara- viglia. Ma sonomi ornai posto al giorno di tutte le brighe, e spero che