Caro Nepote
Il Ministro di Olanda mi consegnò jeri sera il fascicolo dell’Anto-
logia del corr. trimestre N. 49, pregandomi di trascrivervi quanto il
S. Pietro Giordani dice di voi nella sua lett.a al M.se Gino Capponi
sul progetto dello stesso Giordani di pubblicare nel corso di sei anni
in 25 voi.' una «Scelta di Prosatori Italiani».1 Dopo avere quel valente
scrittore compianta la propria trascurata educazione, ed eccitati i nobili
ad applicarsi seriam.0 nello scrivere opere, che portino utile, e gloria
all’Italia si esprime in questi termini «Quello pertanto, che io ho invano
benché fervidam.c desiderato, sarà fatto da voi caro Gino, se di farlo
vi piacerà: o forse dal Conte Giacomo Leopardi; se a quell’ingegno
immenso, e stupendo, se a quegli studi fortissimi, se a quella gioventù
promettitrice credibile di cose straordinarie, la fortuna (che già troppo
gli è invidiosa) permetterà una vita, non chiedo felice e lieta, ma almeno
tollerabile».
Il Ministro d’Olanda è persuaso, al pari di me, che nel communi-
carvi le lodi somme di un vostro amico, non vi faremo il danno d’ine-
briarvi ma vi daremo nuovi impulsi per giustificarle. Voi conoscete
le infermità del tempo, che derivano in gran parte dall’incredulità domi-
nante; sicché appigliatevi alla cura di questa, ed avrete assicurate
immarcescibili palme. E poi ansioso il Ministro di sapere quali sono
gli opuscoli morali, che traducete dal greco, come già mi scriveste, giac-
ché spera ancor’Egli che questo sia un bel principio dei vostri mag-
giori, ed utili lavori per l’umanità.
Quel paragrafo che vi scrissi coll’ultima mia in lingua tedesca fu
(come troppo tardi mi accorsi) una svista della mia mente oppressa
da mille piccole brighe, confondendola coll’inglese a cui ora applicate.
Non può dunque aver luogo il mio voto per la traduzione dell’Ifigenia
in Tauride, capo d’opera di Goethe. Ma riflettendo meglio, veggo che
non sarebbe impresa di alcuna importanza, e gli uomini nessun bene
ne riceverebbero. Voi dovete impiegare la vostra assoluta libertà da
ogni cura pubblica, e privata, i vostri bei talenti, il dono così poco
commune di maneggiare maestrevolm.0 la nostra lingua a riavvivare
in Italia l’unica cosa che manca a tanta civilizzazione, io dico la morale