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670. Di Giuseppe Melchiorri. giorni, e per la quale mi sono dovuto far fare due sanguigne, non me 10 avesse impedito, ti avrei servito intorno a quanto mi chiedevi nel- l’altra tua. Ma non ho potuto veder Mercuri. Ora sto meglio, e ieri mi sono alzato per la prima volta, ed oggi voglio subito scriverti, onde ricordarti quanto ti amo, e quanto mi duole di non vederti. O dio quanto mi sono annojato in questi giorni, non avendo avuto che pochis- simi amici che mi tenessero compagnia. Reinhold, e Bunsen ti ringra- ziano tanto delle correzioni Eusebiane, della spedizione delle quali non mi sono potuto ancora occupare. Ti prego a non darti alcuna pena per 11 giornale Ecclesiastico poiché lo mandai per compiacere agli Editori, ma già ero persuaso che que’ buoni preti di Recanati pensassero piut- tosto ad ingrassare, che a studiare le loro materie, che forse pochis- simi intendono. Non essendovi in pronto da alcun librajo una recente edizione de’ caratteri di Teofrasto, l’ho cercata presso de’ letterati oltramontani, ma non l’hanno. Sò che Schneider quel che ha dato il Vitruvio, li rustici latini, e tutte le opere di Teofrasto, ha data un edi- zione [sic] a parte de’ Caratteri. Se non si potrà trovare a Firenze si ordinerà altrove. Basta voi l’avrete in ogni modo. Non scrivo di più sentendomi debolissimo. Tu intanto stà sano, ed ama il tuo Affmo Cugino G. Melchiorri

671. A Giuseppe Melchiorri.
Recanati 19 Feb. 1825.

Caro Peppino. Non ti posso esprimere il dolore che mi ha cagionato la trista nuova che tu mi dai circa la tua salute. Io credeva che il ritardo della tua risposta provenisse dalle distra-