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disgrazia, e de’ buoni studj, sono così scarsi costì li provedimenti per li Letterati, che non mi dà molta speranza di riuscirvi. Venendo al 2ndò ti ringrazio (poiché ne’ hai posti almeno un centi- naio), sono contentissimo che ti sia piaciuta la ligatura delle Corre- zioni Eusebiane, e non dubitare, che quelle che ti manderò per spedi- zione, verranno per tuo conto; non temere. Farò parte de’ tuoi ti ringrazio a de Romanis, per le poesie. Ho piacere che ti siano piaciute le Memorie di Antichità e Arti. Circa Visconti ti dirò, che ci siamo ricon- ciliati, ma in quel modo, che pone me al capestro di avervi mai più che dire, e la nostra amicizia è di quelle, che si hanno frà persone, che si conoscono, e nulla più. E poi egli sà che io lo conosco intus et in cute, onde non è più al caso di nuocermi; d’altronde io non ho voluto perpetuare un rancore, che ora diveniva inutile, ed essendo capitata l’occasione di pubblicare queste Memorie non ho ricusato di esservi ancorché [sic] vi fosse Visconti. Il lavoro delle Memorie camina con lentezza essendo stato malato Cardinali Luigi, il quale doveva empire un foglio che era rimasto intermedio frà la i", e 2ndà Sezione. Ora è ristabilito, ed a giorni sortirà la terza distribuzione, e tù l’avrai subito. Fin’ad ora l’impresa non và niente bene, mentre non abbiamo che un centinajo d’Associati o poco più, e la maggior parte fuori di Roma. Noi però non abbiamo altra mira che di compire il volume, ed allora daremo un giro maggiore alla publicazione, non avendo fino ad ora neppur messa fuori una notificazione. Ho ricevuto avanti ieri biglietto del Cav. Alitici, che mi dice esser pronto a sborsare li S 12.50. per vostro conto.2 Non vi avevo ancora mandato, ma vi manderò oggi, o vi manderò quest’altro ordinario la ricevuta di de Romanis. Intorno al Teofrasto, già a quest’ora avrete inteso, l’assenso di de Romanis, e quanto prima avrete il Teofrasto nella più recente Edizione. Vi prego di scrivermi spesso, e di trattenervi almeno per posta con me. Addio Caro Giacomo, la tua amicizia, non mi fà dubitare del tuo amore, e tù non devi dubitar punto del mio più sincero. Salutami Carlo, commandami pure con libertà, e credimi sempre Il tuo G. Melchiorri. P. S. Ora che sono per chiudere la lettera torna il mio Servitore, con il denaro di Antici. Or ora vado da de Romanis, e se lo trovo, oggi stesso ti mando la ricevuta. Addio.