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Sempre che Ella mi favorirà delle sue lettere, Ella mi farà cosa gratissima, amando io ed ammirando la virtù dell’animo e la filosofia dell’intelletto che vi si scuoprono. Anche più grato mi sarà se dove mi conosca buono, Ella mi vorrà comandare, perchè desidero grandemente di mostrarmele per quel vero ed

affettuoso servitore che le sono e voglio essere sempre
Giacomo Leopardi

La prego de’ miei saluti e complimenti all’Ab. Canova

664. Di Giuseppe Melchiorri.
Roma 16. Genno 1825.

Caro Giacomo. Credo che a quest’ora avrai ricevuto le stampe che ti ho spedite sono già due ordinari. Lio letto nell’Antologia un cenno sulle tue can- zoni, che fà onore all’autore, ed a chi lo ha scritto. Dico un cenno giac- ché è brevissimo, ma l’autore di quell’articolo, che io suppongo possa esser Micali, promette un articolo molto più lungo del tuo amico Gior- dani.1 Delle tue copie ne sono andate al solito cinque per il publice- tur, non essendosene potuto far di meno mentre non vi era l’Estratto dalle Effemeridi. Io mi prenderò la libertà che mi hai accordata donan- done una a Reinhold, una a Mai, una a Bunsen, una a David figlio del celebre David pittore francese, e bravo ellenista. Dimmi se credi che ne doni due copie alle due Biblioteche Casanatense, ed Angelica avendo esse l’Eusebio, nell’Edizione corretta? Oggi stesso porterò le quattro Copie a Cancellieri, e ne darò una a Mercuri. Dimmi per carità se credi che mi sia troppo allargato in questi doni, poiché non aven- doli ancora eseguiti, attenderò un tuo cenno. De Romanis accetta la proposizione per la stampa della traduzione de’ Caratteri di Teofrasto, e presto ti manderò la migliore, e più recente edizione che vi sia. Giacché vuoi sapere notizia de’ miei studii, ti dirò che sono stato pregato da Vieusseux di inviargli ogni mese un articolo relativo alli Scavi d’antichità, ed alle opere di qualunque ramo letterario che si publichino in Roma. Ho assunto questo incarico, e ti dirò di più che