Onde economizzare l’ho fatte ligare così, altrimenti la spesa andava
più avanti. Tù poi mi dirai a chi vuoi che ne mandi a nome tuo, giac-
ché sino ad ora non ne ho dato fuori alcun esemplare, volendomi infor-
mare prima se vi occorra un nuovo publicetur.
Non ho ancora parlato a Pippo della traduzione de’ Caratteri di
Teofrasto, ma nel caso che egli vi faccia difficoltà, io mi assumerò il
pensiero di fartela stampare a Firenze, da dove avranno più diffusione.
In altro ordinario ti manderò la traduzione dell’opuscolo di Plu-
tarco sull’educazione de’ figli, ed una canzone d’un mio amico, che
già ti promisi, ma ancora non l’ho avuta.
È qualche ordinario che non vedo tue lettere, e potevi pur rispon-
dermi. Non mi togliere caro Giacomo almeno questo piacere di vedere
li tuoi caratteri, giacché non mi è dato di abbracciarti.
Addio Caro Giacomo, amami, e credimi costantemente
II tuo A. e Cugino
G. Melchiorri
Signor Zio
Debbo fare avere al mio cugino Melchiorri scudi 12.50. e
prima di spedirglieli per la posta, prendo la libertà d’incomo-
darla colla presente per sapere se Ella potrebbe senza suo disturbo
farli pagare a Melchiorri costì, pagandoli io qua immediatamente
a chi per T,ei. Se ciò non si può fare senza suo inconveniente.
Ella mi farà, spero, il favore di avvertirmene liberamente, ed
io mi servirò della posta.
Ho consegnato al Zio Giuseppe l’ultimo volume delle opere
di Giordani, col quale resta compiuta l’edizione. Ella vi tro-
verà il suo nome come associato, e vi potrà leggere la prosa al
nuovo Vescovo Piacentino, la quale ha fruttato all’autore il felice
esilio dalla sua patria,1 e il suo stabilirsi a Firenze con assicu-
razioni spontanee da parte del Granduca.
Immagino che a quest’ora sarà già, per lo meno, incomin-