Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/953

è vero che sarà infinitamente più ristretto, ma sarà più commodo per li letterati, e toglierà a lui il merito di aver fatte per il primo molte correzioni. Quello poi che mi darà più piacere sarà l’illustrazione della famosa inscrizione di Lord Baus copiata da lui nella facciata del Palazzo di giustizia di Stratonicea. Questa inscrizione la più grande che si cono- sca, è latina, e contiene un editto degl’imperatori Romani, che pon- gono una tariffa su tutti li commestibili, le manifatture, le opere d’in- dustria, e tutt’altro con i loro prezzi distinti. Fra’ le altre peregrine notizie delle quali abbonda quel marmo evvi di più curioso, molte parole semi-italiane che vi sono intarsiate, il che darà molto da dire alli stu- diosi dell’origine della nostra favella. Questa inscrizione non è stata per anco publicata da alcuno ed io ne possiedo un fac-simile. Quando sarò alla parte etimologica non mancherò di consultarti, e tu mi sarai al tuo solito largo de’ tuoi ajuti. Ti manderò per la posta qualche cosa di de Romanis, ed insieme due coserelle di Serafino Altemps di Fermo Guardia di N.S. La mia salute è ottima, ed uguale è quella di mia Moglie, e de’ figli. Essa ti saluta. Dimmi a proposito mi dicevi una volta, che mio Zio, e tuo Padre voleva procurarmi la sopravvivenza all’agenzia per la Comune di Reca- nati.4 Io ti risposi che avrei accettato volontieri l’incarico, tanto più che crescendo la mia famiglia non sono nel caso di dover ricusare qua- lunque sussidio alle mie ristrette finanze. Non ho poi sentito altro, onde ti domando se debbo sperare, o deporne il pensiero. Se Carlo vuole, e gli giungessero ora più in tempo li periini, me lo scriverai, e mandandomi la mostra, li rimanderò subito. Addio Caro Giacomo, rispondimi sù tutto ciò che ti ho scritto, e credi che li tuoi caratteri mi consolano assai assai. Vivi sicuro della mia più tenera e sincera amicizia, e non ti dimenticare del Tuo Affmo Cugino, ed A. G. Melchiorri

650. Di Melchiorre Missirini.
Di Roma 6. Xbre 1824.

Chiarissimo Signore. La ringrazio senza fine delle sublimi Canzoni, che per sola sua infi- nita gentilezza ha voluto favorirmi: io già ne conoscevo tre, e ne avea