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647. Di Pietro Brighenti.
Bologna 5. Novbre 1824.

Carissimo Amico: Ebbi la vra del 15 ott. poi l’altra del 29. Godo che abbiate rice- vuto le 50. Copie vre Canzoni. Ben mi dolgo che gli Errata corrige, non siano stati stampati secondo il vostro desiderio. Io, caro Amico, di libri antichi non mi occupo e benché or mi sovvenga di averne veduti con le correzioni secondo l’idea vostra; allora non n’ebbi la menoma ricordanza, e però le feci a seconda dell’uso moderno. Il che certo non mi fu fatica, ma bensì mi è pena, avendo involontariamente trasgre- dito una vostra ordinazione. Una parola di vostro avviso mi avrebbe fatto fare il piacer vostro. Ora non v’ha rimedio, e Voi scusatemi; ed in altra occasione sarò più avveduto. La vra Lettera del 29. che parla di Giordani e di Vieusseux l’ho spedita or’ ora a Firenze a que’ due, perché conoscano i vostri senti- menti. Amendue stanno bene, e molto vi amano e vi stimano. Datemi poi quant’incarichi volete; che io sono vostro, e quando il dico, accer- tatevi che il dico di tutto cuore, e che io non son uomo da meritare e peggio da attendere cerimonie. Così il mio affetto per voi valesse a qualche cosa d’importante, come io vi adoro, e sempre vi amerò e vi riverirò per quell’ottimo e raro Amico che siete; e desidererò di dar- vene qualche attestato, ove vi piaccia di adoperarmi. Sì poi di vero che fui a’ luoghi della mia infanzia. Vi passai de’ giorni di una vera beatitudine, in una continuata estasi. Io mi riguar- derei più felice di qualunque potente e ricco, se vi avessi colà un asilo mio proprio, da abitare ne’ mesi della state. Oh! cari cari que’ colli... perchè avete a sapere che io in sostanza sono non un romantico sola- mente ma un romanzesco: anzi credo di essere un romanzo vivo ambu- lante. Peccato, che io poi non amo i libri romantici, altrimenti io sarei sempre a descrivere colli, laghi, processioni, amori pastorali, caccie, pranzi campestri, soli, lune, boschetti silenziosi, canti uccelleschi e altre delizie di questo genere. Ma io abuso della vra sofferenza. Addio Amico del mio cuore. Man- tenete, cioè realizzate la promessa, e la speranza che mi date che noi ci vedremo. Allora sì che sarò in festa. Vi prometto che in quell’in- contro non sospi[relrò i miei colli. Addio addio. il vro Brighenti