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Non potendo dissimulare a me stesso la piccolezza del mio merito, tutta la mia fiducia si fonda nel benefico animo di Vostra Eminenza Reverendissima, e nella speranza che Ella infatti si è degnata dare della concessione della grazia. Io dovrò ricono- scerla dalla Sua magnanimità e dalla determinazione di promuo- vere e beneficare quelli che anche con deboli forze si affaticano nella cultura delle Lettere. Supplico umilmente l’Eminenza Vostra Reverendissima a voler piuttosto aver riguardo alla beni- gnità Sua propria, che alla scarsezza dei meriti miei. La sola bontà del Suo animo potrà rimuovere l’Eminenza Vostra dal con- siderare il mio poco valore, per attendere alle mie buone inten- zioni; ed indurla a provvedere alle angustie del mio stato. La qual grazia rendendomi perpetuo e strettissimo debitore dell’Emi- nenza Vostra Reverendissima, aumenterà e porterà al colmo l’umile devozione e la singolare riconoscenza che fin da ora mi è imposta dalla liberale intenzione significata dall’Eminenza Vostra verso di me. Nella rispettosa lusinga ed attenzione de’ benefici effetti della Sua munificenza, implorando con tutta l’anima dall’Eminenza Vostra Reverendissima il perdono del mio ardire, pieno di pro- fonda venerazione, passo col bacio della Sacra Porpora a prote- starmi Di Vostra Eminenza Reverendissima

Umiliss. Devotiss. Ubbidientiss. servitore
Giacomo Leopardi

Recanati 30 Maggio 1824

629. A Giuseppe Melchiorri.
Recanati, 30 maggio 1824.

Caro cugino, Carlo mio fratello desidererebbe che gli face- ste il piacere di provvedergli costì un centinaio di così detti periini di acciaio della forma degli acclusi. Questi però vi si accludono per semplice accenno, perchè sono troppo grandi e non brillan-