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regolarmente so esigere precisione, e anzi in questo punto, dicono quelli che mi avvicinano, che io sono seccante anziché discreto. La mia salute non cammina bene; pur voglio cioè debbo partire. Vedrò Giordani, e parleremo di Voi a lungo. Le norme datemi in tutto mi saranno presenti. Scusate se scrivo in fretta, e compatite i miei molti imbarazzi. - Il briccone Cardinali è rimasto scornato, perchè la ristampa del Gior- dani in Italia è impossibile. Non dimentico per altro la sua buona inten- zione, e la bella gratitudine che serbava alla mia leale amicizia. Finisco abbracciandovi, mio buono e degno Amico. Sospiro il momento di essere con voi, e di sfogarmi un poco anche in parole depo- sitando nella bella anima vostra gli affanni del pessimo mondo. Oh! quanto conforto ne avrò dai saggi vostri suggerimenti. Voi sì bravo e sì buono! Addio addio. Sono sempre e con tutto il cuore il vro Brighenti

627. A Karl Bunsen.
[Recanati 30 Maggio 1824]

Pregiatissimo Signore Il marchese Antici mi ha informato della moltitudine e gran- dezza delle obbligazioni che mi corrono verso V. S. Illustrissima, dandomi conto di ciò che Ella si è compiaciuta di fare in favor mio, e degli effetti che ne sono risultati.1 Malgrado il timore che io ho di turbarla nelle sue occupazioni, e quantunque io speri che lo stesso Marchese Antici non lascerà di far con Lei le mie parti nel modo più energico, crederei di mancare al più preciso dovere se non cercassi d’esprimerle io stesso e testifi- carle la mia somma riconoscenza. Quanto è minore il merito che io scuopro in me, tanto cresce il sentimento della gratitudine che m’inspirano i suoi favori. La supplico a credere che io non sono per dimenticarli in alcun tempo, nè mi reputerò mai sciolto dall’obbligo che mi pregio di professare a V.S. Illustrissima.