Addio amico ottimo e amatissimo. Ella è pure la dolce cosa poter
un po’ trattenersi coi pari vostri sì rari al mondo: ma è poi l’iniquo
flagello dover sì spesso cozzare con coloro che formano il mondo, e
cioè coi tristi; ed io ne ho avuto ora una prova; poiché un certo Cardi-
nali,3 insigne birbone, si recò a Firenze per ristampare il mio Gior-
dani, onde assassinarmi: e mi è toccato ad impazzire onde impegnar
quel governo a trattenere quella licenza che certo danneggiava me e
colpiva la proprietà di un autore vivente. Ma con voi non si parli di
queste miserie. Spero che la vostra fortuna vi esenterà dall’aver da
lottare con la razza umana, il che forma una grandissima parte della
noiosissima mia vita. Guardate se avrò motivo di stare allegro! Addio
addio con tutto il mio cuore.
il vro affmo Amico e Serv.c Pietro Brighenti |
Caro amico. Il principio della vostra 5 corrente mi contri-
sta. Avrei voluto attribuire il vostro silenzio passato a qualun-
qu’altra cagione. Consoliamoci colla vostra salute presente, e
colla speranza che vi userete tutti i riguardi convenienti per non
ricadere. M’è dispiaciuto anche molto il fine della vostra let-
tera. Non avrei creduto che Cardinali fosse capace di tentare
quel tratto contro di voi. Ilo conosciuto il suo fratello a Roma,
che mi pare un galantuomo.
Vi mando per la posta, franca, la somma convenuta fra noi
per la stampa delle mie Canzoni costì, e ve la mando intera,
cioè scudi quaranta, più paoli 8, per le due copie de’ voli. 3.
e 4. Giordani che ho ricevuti. Io vi spedisco questa somma, come
vedete, senz’alcuna cautela. Non conosco lo stampatore; non
ho da lui nessuna sicurezza dell’esecuzione sì della stampa, come
delle condizioni aggiunte; può stamparne poche copie in vece
del numero 500 promessomi da voi nella vostra de’26. Novem-
bre passato; può farmi un’edizione vergognosa per la carta o