vi dimenticate, se in qualche cosa vi parrò buono a servirvi, di
adoperarmi come persona vostra, e continuatemi il vostro amore.
Addio addio.
il vostro amicissimo
Leopardi
623. |
Di Pietro Brighenti. |
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Caro Amico: Alla vostra del 3. aprile rispondo solamente dopo un
buon mese. Sono stato gravissimamente ammalato, e obbligato al letto
quasi quindici giorni interi: poi ho avuto una lunghissima convale-
scenza. Ma finalmente sto bene: ed eccomi a scrivervi. In questo punto
mi restituisco a casa da un nuovo Revisore domenicano.1 Egli ha
approvato che il vostro Canzoniere e le prose annesse si stampino: anzi
mi ha parlato lungamente del vostro libro, e ho veduto ch’egli lo ha
trovato bellissimo, e mi diceva che l’autor suo doveva essere un molto
bravo ingegno. Potete figurarvi la mia risposta. Ritenete adunque che
al principio della ventura settimana s’intraprenderà la stampa dell’o-
pera,2 la quale si eseguirà alla Stamperia Nobili, la migliore e più esat-
ta di Bologna. Quanto al denaro voi potete spedirmelo, giacché io a
Lei l’ho già anticipato negli acquisti che fa de’ miei volumi del Gior-
dani: e se non vi grava, lo gradirò per la ragione ch’esso mi faciliterà
il viaggio che vorrei far subito subito a Piacenza a trovare il nostro
Giordani, che è pure ansioso di vedermi, come io sono di veder Lui.
La bestiai malattia, che poi in parte si estese agli altri della mia fami-
glia, mi ha proprio squattrinato.
Lo Stampatore ha in mano tutte le vostre istruzioni per la stampa:
voi ne avrete 50. copie, e due in carta velina. Il formato come quello
del Giordani di mia edizione.
A proposito vi serva che a mezzo del Sartori di Ancona vi ho spe-
dito i voi: III e IV. opere Giordani, schivando la posta, che non ho
creduto opportuna.
Giordani mi dice di scrivervi che sempre vi adora con tutta l'anima,
e sempre vi amerà! Non vi fate caso se non avete sue lettere. E ora
difficilissimo che il carteggio da quelle parti vada sicuro di non tro-
vare intoppi polizieschi.