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fare quel che posso, e non sempre quel ch’io vorrei. Si figuri dunque con quanta sodisfazione ho rilevate dalla sua lettera le sue buone dispo- sizioni! Ella gentilmente mi offre qualche suo scritto di genere filoso- fico; e, soverchiamente modesto, mi aggiunge, se le paressero a propo- sito pel suo giornale. Chi pensa e si esprime come Lei, farà sempre cose a proposito p[er] l’Antologia, anzi ne farà delle ottime; ed io le sarò tenutissimo se quanto prima si decide a farmi un tanto dono, fregiando così il mio giornale col suo riverito nome. A Lei poi devo lasciare la scelta dell’argomento, poiché nessuno meglio di Lei può scegliere; e perchè noi facciamo sempre meglio d’ogni altra cosa quella che abbiamo eletto di fare, e che ci va a genio. Se in seguito Le piacerà di voler render conto di un’opera qualunque, italiana o straniera, ch’Ella non avesse a sua disposizione me lo accenni, ed io vedrò di procurarmela, e di fargliela pervenire. Frattanto però io ardisco suggerirle un argo- mento che mi sembra opportunissimo, se non m’inganna l’amore della mia intrapresa, ed è il manifesto ch’io le mando di una Biblioteca d'edu- cazione. Io non ho bisogno di dirle altro. Ella vede quanto sarà inte- ressante l’esecuzione del mio progetto, ed Ella sa quanto se ne ha biso- gno. Io la prego poi in ogni caso di dare la maggiore possibile pubblicità ai manifesti ch’io le dirigerò con prima occasione particolare, sperando che non troverà indiscreta la mia preghiera di raccomandare quest’as- sociazione alle persone di sua relazione. Gradisca, Sig. Conte pregmo, le assicurazioni della distinta stima, con la quale ho il piacere di rinnovarmi div.mo umil. servitore Vieusseux Firenze 4. Marzo 1824

617. A Pietro Brighenti.
Recanati 5 Marzo 1824.

Carissimo amico. Non ho replicato finora all’ultima vostra per non disturbarvi, avendo intese da essa le vostre molestie. Ora vi scrivo per aver nuove di voi, che sommamente desidero, quando sia senza vostro disagio, e poche righe mi basteranno. Io non ho certamente avuto intenzione di accrescere le vostre inquietudini, di cui mi condolgo fino all’anima, col pregarvi di