uomo, sia filosofo, sia mondano, non debba potere, se non altro,
indebolirlo. Il Metastasio parlava de’ tempi antichi. A’ tempi
nostri, in questi costumi, con questo carattere di donne, coi disin-
ganni che ci hanno procurato tante cognizioni d’ogni genere
intorno al cuore umano, non è possibile che un uomo di senno
sia per lungo tempo la vittima di una passione ispirata da oggetti
pieni di vanità e d’ogni sorta di tristizie.
Non avendo mai fatta alcuna ricerca particolare sopra i versi
leonini, non ve ne saprei dir niente più di quello che voi dovete
aver già veduto negli autori che mi citate. Non so se vi possa
fare a proposito quel che ne dice il Gravina nella Ragion Poe-
tica, lib. 2, cap. 2.
A mio padre è venuto un pensiero ch’io vi propongo da parte
sua. Se voi voleste, egli vi farebbe avere da questo Consiglio
la sopravvivenza all’agenzia della Comune di Recanati eserci-
tata ora dal vecchio Visconti. Le fatiche di questo uffizio sono
minime. Non sono niente indecorose, massime per un concit-
tadino, giacché quell’agenzia fu già esercitata, fra gli altri, anche
dal marchese Cipriani, contuttoché forestiero. L’emolumento
non è gran cosa: consiste in un regalo di 36 scudi l’anno: ma
mio padre avrebbe anche un disegno di poterlo fare aumentare
considerevolmente in progresso. Aspetto il vostro sentimento,
e con ciò vi abbraccio e vi bacio. Addio, addio.
Vi prego che guardiate il segreto con ognuno circa la propo-
sizione che vi faccio per parte di mio padre.
612. |
A Gian Pietro Vieusseux. |
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Recanati 2 Febbraio 1824. |
Stimatissimo Signore
Ho ricevuto la sua gentilissima dei 15 del passato, e l’ultimo
fascicolo dell’Antologia ch’Ella mi ha favorito, coll’Estratto della
sua Lettera proemiale premessa al primo Numero dell’anno
scorso. La lettura di questo Estratto ha molto accresciuto l’am-