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la copia dell’Anacreonte; in tutto paoli 25. Mi farete grazia avvi- sandomene la ricevuta. Sperava di giorno in giorno qualche rispo- sta alle molte cose ch’io vi scrissi nella mia de’ 5 Decembre che riceveste insieme col manoscritto. Se avete deposto l’intenzione di prender cura di quella stampa, vi prego di conservare il mano- scritto finché si dia qualche occasione opportuna di rimandar- melo, della quale io vi avviserò; e fra tanto avrò caro che non lo facciate leggere. Amatemi e credetemi il vostro affezionatissimo amico Leopardi

609. Di Pietro Brighenti.
Bologna 21. Gennaro 1824.

Mio buon amico. Ebbi sì la vra 8 dello scorso Xbre, ed ebbi i paoli 25. per quanto mi scrivete: ma poi non vi risposi. Chi si trova nella mia situazione è sempre esposto ad amarezze più o meno; e quando sono delle più aspre e dolorose, talvolta mi rendono incapace per più settimane ad ogni occupazione. E di questa tempra ne ho io sofferte poc’anzi, quando meno le aspettava, e il loro influsso non è ancora cessato. Il vostro Libro, benché lo creda degnissimo di essere veduto da tutto il mondo, io non l’ho fatto vedere, e noi farò vedere ad alcuno: i.° perchè io non sono già immerso nella moltitudine; chè anzi vedo pochissime persone: 20 perchè o pochi o molti da me dovessero ve- nire, mi pregio di custodire con gelosia i depositi degli amici. Il ritardo della stampa è dunque tutto colpa mia: degnatevi di soffrirlo in pace, per l’amorevolezza che mi dimostrate. Io passo tosto ad occuparmene, e ve ne saprò render conto fra breve. Ritenete intanto che io temo assai che si possa eseguire la spedizione a voi delle prove, onde Voi poteste dar loro l’ultima correzione. Converrebbe che lo stampatore tenesse i torchi inoperosi delle settimane, e ciò non è presumibile. Ma meglio dirovvi di ogni particolare; e qui fo fine, riverendovi, e abbrac- ciandovi col cuore più affettuoso, e costante del vro [parola illeggibile] Amico aff. av. Pietro Brighenti