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efficacemente a significarle la gratitudine ch’io le ne debbo come italiano e come quello che cedendo facilmente a tutti in ogni altra cosa, non mi stimo inferiore ad alcuno nell’amore verso la mia patria. Io prendo volentieri a far questo ufficio, benché finora non abbia avuto il bene di conoscerla nè per vista nè per lettere. Non intendo di confortarla a perseverare nelle sue nobili imprese, sapendo che non le bisognano stimoli, e che poco pos- sono valere le persuasioni di quelli che non hanno autorità nè fama. Solamente voglio mostrarle ch’io prendo parte alla stima e riconoscenza che le professano i buoni Italiani; e credo che questo ufficio, venendo da persona ignota, le debba esser più caro che in altro caso, perchè dovrà darle a vedere che anche quelli che non la conoscono, l’amano, e che i suoi meriti verso l’Italia la fanno apprezzare e onorare anche da quelli che non han- no altre particolari cagioni d’esserle affezionati. Io so bene che l’Italia ha grandissima necessità d'esser sovvenuta e beneficata, com’Ella ha preso a fare; non so già dire se ne sia degna; ma posto ancora che niuna sua virtù presente lo meritasse, potrebbe pur meritarlo la memoria delle sue virtù antiche; e oggi la sua me- desima indegnità, la quale è senza sua colpa, dee muovere gli ani- mi buoni a compatirla e soccorrerla per pietà, se non per merito. Quando Ella abbia occasione di adoperarmi in cosa di suo servigio, non mi risparmi, perch’io me le offerisco di cuore per quel ch’io vaglio, e desidero poterle dare alcuna maggior testi- monianza della gratitudine e della stima che mi hanno mosso a scriverle e a dichiararmele per suo

Dmo Obblmo Servitore.
Giacomo Leopardi
607. Di Gian Pietro Vieusseux.
[Firenze 15. Gennaio 1824]

Pregiatissimo Sig. Conte Tenutissimo sono al comune amico Pietro Giordani per avermi pro- curato l’onore e il piacere di ricevere il di Lei compitissimo foglio de’ 5