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cagione di sperare che la sua gentilezza, malgrado il mio poco merito, non ricuserebbe di favorirmi quando l’occasione si pre- sentasse. Questa fiducia mi fa animo di chiederle la sua assi- stenza in un affare dove essa potrebb'essermi di grande utilità. E venuto a vacare in questi ultimi momenti il posto di Cancel- liere del Censo in Urbino;1 e questo uffizio essendo sufficien- temente provveduto, e non esigendo gran travaglio, potrebbe somministrarmi i mezzi di passare la metà dell’anno in Roma, e per conseguenza la possibilità di esercitare e continuare i miei deboli studi, i quali nel paese in cui mi trovo sono privi, com’Ella sa bene, di ogni soccorso, e impossibili a coltivare. Io non so se Ella troverà opportuno di fare su questo soggetto qualche uffizio in mio favore nel modo che le sembrasse più a propo- sito. In caso che non le rincrescesse di favorirmi, io le professe- rei le più vive e le più sincere obbligazioni, qualunque esito d’al- tronde potesse avere il mio affare. E se questo riuscisse, io sarei tenuto principalmente a Lei del conseguimento di una cosa che dovendo proccurarmi la possibilità di studiare, forma il più grande e quasi l’unico mio desiderio. Dopo l’avviso che Ella si compiacque di farmi pervenire, io scrissi al Sig. Niebuhr a Berlino per ringraziarlo dell’esemplare del Merobaude di cui mi aveva onorato.2 Non avendo mai saputo se la mia lettera gli sia giunta, ardisco pregarla calda- mente di voler dirgli una parola che gli ricordi il rispetto, la riconoscenza e il devoto attaccamento ch’io gli professo. V. S. Illma si compiaccia di perdonare la mia confidenza, e di accettare i voti ch’io formo per la sua felicità nel nuovo anno, come dettati dalla stima e dalla riverenza con cui ho l’onore di ripetermi Di V.S. Illma

Devmo Obblmo Servitore
Giacomo Leopardi

Recanati 22 Decembre 1823