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e l’altro passo. Ottimamente Ella nega che quel Ridiari nel titolo del Carm. Ili indichi il nome dell’autore di quei versi. Io ho sospettato che ridiari fosse una parola tronca, e che si potesse leggere viridiari, perchè il Carm. Ili sembra essere la descrizione di un giardino. Ma le parole viri ini. paiono dimostrare che Ridiari sia nome d’uomo. Nel Carm. IV. v. 37. forse si potrebbe cre- dere che la voce urbi non fosse intera, e si dovesse leggere urbis. Nel primo Frammento dell’Orazione, v. 17., la voce iniuria che quivi è difficile ad intendersi, non potrebb’ella mutarsi in ieiu- nia? Forse questa voce in quel luogo converrebbe al senso, e non sarebbe aliena dalla latinità dell’autore. Nella seconda parte dello stesso Frammento primo, v. 10. n, dov’Ella legge in judi- cns severitas, vegga se le paresse più a proposito in moribus seve- ritas. E nel verso seguente, se lo spazio nel Codice lo permet- tesse, leggerei in convictu aequalitas. Nel fine dello stesso Frammento, dov’Ella stima che si parli di un arco di trionfo, 10 dubitava che il senso e la somma del contesto fosse che le orazioni e le narrazioni non possono agguagliare nè fare intendere pienamente il merito degli Eroi e de’ loro fatti; e però (v. 22) in luogo di MONUMENTUM, io leggeva Mmientum, ovvero hoc audientum. Nel Carm. V. v. 52-54., Ella giudichi se il luogo si potesse risanare così: Depellimur axe, Nec terris regnare licet. Nec inulta feremus Haec tamen. Finalmente nel verso 192. forse taluno potrebbe preferire Neptunus a Vulcanus. Ilo voluto porre sotto i suoi occhi queste spregevoli congetture a solo fine di dimostrarle l’attenzione colla quale ho letto il suo nobile e degno lavoro. Se le sue occupazioni le permettessero di farmi pervenire per qualunque mezzo qualche nuova di Lei, ed oso dire, de’ suoi studi, Ella accrescerebbe grandemente le obbligazioni che le pro- fessa un suo devoto e ammiratore, il quale non perderà mai la memoria della generosità con cui Ella si compiacque d’interes- sarsi alla sua sorte. I cangiamenti avvenuti in questa Segreteria di Stato per la morte di Pio VII, mi hanno impedito di godere 11 frutto de’ validissimi uffici da Lei fatti in mio favore; ma la riconoscenza ch’io le debbo, non perde perciò nulla della sua