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che sembra imminente l’elezione. Se hai piacere di aver nuove in que- sto genere dimmelo, che nè sono provisto a dovizia. Qui si sfoga Roma a scriver satire, e libelli infamanti, ed i Card.'1 se li prendono con gusto grande. Basta che facessero presto, poiché qui la confusione si fa sempre maggiore. I miei studi vanno bene. Seguito il lavoro delle Iscrizioni Vaticane, alle quali come ti dissi ho associato Cardinali Cle- mente. Il fratello Luigi ti saluta tanto. Marini ha sposato finalmente. Già ti dissi in altra mia la cattiva figura che ha fatto con me sù questo proposito. Certo che non avrei mai creduto che fosse tanto volubile. Questo carattere però è meglio che si sia conosciuto ora, poiché non è un buon requisito per un marito l’avere quel difetto. Scrivimi spesso caro Giacomo. Salutami tanto Carlo, e Zio. Com- mandami pure con libertà, e ricordati di chi t’ama. Addio. Affmo Cugino G. Melchiorri

587. Di Pietro Brighenti.
Bologna 22. Ottobre 1823.

Carissimo Amico: Dopo che lasciaste Recanati, e andaste a Roma, voi mi avete dimenticato. Non vaglio nulla, e non posso dolermi: pure per la riverenza che vi porto, azzardo di scrivervi questa lettera in dop- pio, cioè a Roma e a Recanati; implorando che vogliate donarmi un istante per iscrivermi le nuove vostre e accertarmi della continuaz.0 della vostra grazia. Spedii a suo tempo le solite copie ai vostri Asso- ciati, dei volumi 1. xi. opere Giordani. Per queste mi dovete £ 1.20. Per concludere e compire questa edizione ho dovuto fare un viaggio di 500. miglia di andata, e di altrettante di ritorno, essendomi recato in isvizzera, e sino a Ginevra, paese incantato, e che lungamente resterà nella mia più cara memoria. Degnatevi, amico, di consolarmi, e di avermi per vostro, quale sono di tutto cuore svisceratiss.0 amico e serv.e P. Brighenti