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585. Di Carlo Antici.
Roma li 20 Sett.e 1823

Carissimo Nepote. Voi cercate con sottigliezza metafisica di trovare motivi per costi- tuirvi mio debitore di cortesie ricevute, e la stessa enumerazione da voi fattane, non solo vi assolve da ogni riconoscenza, ma impegna me stesso a professarmi grato per il troppo conto che fate delle mie pic- cole e non proficue attenzioni.1 Credo pur troppo, che, se a nuovo Pontificato, il timone del Governo sfuggisse dalle mani dell’Emo Con- salvi, le di lui decise disposizioni a collocarvi potrebbero restare senza effetto. Questo pensiere tanto più mi affligge quanto più singolare ed efficace era stata la mediazione da voi interposta, e dovrà pur troppo, e assai presto convincervi, che nel miserabile vortice degli affari mon- dani spesso i piani meglio concertati si risolvono nel nulla. Non dob- biamo per altro così subito rinunziare alle nostre speranze, mentre può darsi o che il nuovo Pontefice conservi in posto così valente ministro, o che questo possa indirettam.c giovarvi, o che altro mezzo si trovi per giungere all’intenlo. Il Ministro d’Olanda/ ora in Brusselles per ultimare il concordato assieme col Nunzio di Lucerna, ha molta sti- ma per voi, e si dolse meco di aver saputo, poco prima della di lui partenza, gli officj di Niebuhr, e le promesse del Seg.° di Stato, dichiarandomi che ancor’Egli avrebbe insistito volontieri per lo stes- so oggetto. Egli non tornerà, è vero, che alla futura Primavera, ma intanto potrà vedersi qual piega prendono gli affari, da chi vengo- no essi regolati, e ci concerteremo allora sui termini, coi quali dovrete scrivergli. Viddi la sera del martedì il Seg.° della Legaz.nc Prussiana' (cioè l’attuale Incaricato d’affari) ed interpellatolo, per parte vostra, sull’at- tual dimora del Bar. Niebuhr, ebbi commissione di salutarvi distinta- mente in suo nome, e di assicurarvi, ch’Egli da un’ordinario [sic] all’al- tro l’avrebbe saputo, ed a voi stesso, cui dovea una risposta, l’avrebbe scritto. Il mio ritardo nel recarmi costì è nato unicam.c dalla malattia mor- tale del mio Filippo (con cui debbo venire per indi condurlo in Urbino). Egli non guarì perfettam.6, che quando gli ardori della stagione mi ponevano nell’alternativa o di bruciarmi al sole durante le ore diurne,