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Passiamo ad altro. Vorrei che mi daste una risposta decisiva se vro Padre vuole accudire alla compra de’ classici di Torino. Ora la spesa è di circa £. 36 -, più va in là, e più cresce. Perciò regolatevi, e ditemi se vi occorrono, altrimenti procurerò di esitare il duplicato di Marini. Se vi fosse anche da fare un cambio in libri, che da Marini non vi fossero, e che vi voleste levare, l’affare sarebbe combinabile. Comunque sia rispondetemi su di questo. La improvisa risoluzione di Marini mi ha recato non poca meravi- glia, ma mi ha servilo per conoscere il suo carattere, che ottimo in tutto, è un poco volubile nelli negozi, e spesso ama di tenere il piede in più staffe. Circa il vostro impiego, vi dissi della proroga di tre mesi, che avevano avuto quei tre preposti del Registro, onde vedremo come anderanno le cose, ed in caso rinoverò le premure. Io però non sono persuaso di quel che voi dite. E vero che ora la molla che agiva era la raccomandazione di Niebuhr, ma chi sà quante altre molle non si troverebbero ad una mutazione totale? Io non sò, e non posso giam- mai disperare. E vero che mi dirai, che questo è il pensare delli gau- denti, ma a me torna conto di pensare così. Addio Caro Giacomo. Quello che ti raccomando caldamente si è, che mi ami, e mi scrivi spesso. Addio. Addio.

580. A Ercole Consalvi.
[Recanati 15. Agosto 1823.]

Animato dalla fiducia che ispira la benignità di V. E. da tan- ti e tante volte sperimentata, e mosso dalle insinuazioni del Sig. Ministro di Prussia, ardii nel passato Marzo di umiliare all’Em. V. per mezzo del Sig. Ab. Capaccini una mia Supplica,' alla quale lo stesso Sig. Ministro si compiacque di soggiungere in mio favore una Memoria di suo pugno. Mi feci animo di rap- presentare in quel foglio all’Em.V. i deboli studi da me fatti nelle lingue antiche e negli antichi classici, le ristrettezze della mia famiglia e l’impossibilità in cui essa si trova di mantenermi fuori di questa mia patria, la quale sprovveduta d’ogni sussidio letterario, rende infruttuosa qualunque specie di studi. E mirando all’alta generosità dell’Em.V. più che alla mia insuf-