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ha mutato pensiero. Non solo non mi ha parlato più di Paolina, nè ha stretto l’affare di Bologna, ma al contrario ha concluso il trattato di matrimonio con la Msa Garelli1 di Rieti, vedova di un nobile di Terni. Nicolai ha fatto questo pasticcio. Io non ho voluto dirgli niente, e richiesto di consiglio ho risposto che faceva benissimo. Dunque dì pure a Zio Monaldo che ponga da parte ogni pensiero, e si rivolga altrove. Vengo ora ad annunziarti una calamità, che può dirsi publica. La notte delli 15. arse l’intera Basilica di S. Paolo fuori delle mura. S’appiccò il fuoco al celebre soffitto, che contava circa 14. secoli, per incuria di alcuni lavoranti. In meno di 8. ore quel famoso, e vastis- simo tempio fù interamente distrutto. Le 80. colonne scannellate della navata grande, che erano riguardate da tutti con sorpresa per la loro antichità, per il valore del marmo, e per l’integrità sono strutte come candele di sevo esposte al calore del fuoco. Quelle dell’ala sinistra sono quasi tutte cadute, e le altre delle due navate traverse sono anch’esse calcinate. Ieri vi fui a vedere questo spettacolo, e ti giuro che non potei trattenere le lagrime alla vista di tanta perdita. Le due gran colonne dell’arco grande della confessione, che vi volevano quattro persone per abbracciarle, sono state spaccate, come si spaccasse una canna. In somma S. Paolo non esiste più, ed incalcolabile è il danno di tal per- dita, poiché non si può riparare alle colonne, alla travatura, che pas- sava per un miracolo della mecanica, e vi erano delle corde di abete di un sol pezzo lunghe circa i 48. palmi. Questa travatura era così vasta, e così ben congegnata, che si girava da per tutto senza ombra di peri- colo sempre caminando sulla grossezza delle travi, sulle quali eranvi incavate eziandio delle comodissime scale. I marmi, i musaici, le pit- ture antiche, tutto è andato in cenere in poche ore, e la matina delli 16. a 12. ore già aveva finito d’ardere, e non si vedeva che una for- nace, ove cranvi da 8. palmi di bragia. Inutili sono stati i soccorsi delle guardie pompiere, poiché non hanno potuto salvare che convento, e due piccole cappelline interne. Tutti gli esteri che si trovano in Roma hanno pianto a questa calamità, che può dirsi Europea, e Roma è in un vero lutto. Io ho fatta una riflessione curiosa. Alla nascita di Ales- sandro il grande arse il tempio di Diana Efesina, ed ora alla morte di Pio VII. arde la più antica, e venerabile Basilica dell’orbe cattolico, chiesa primaria dell’Ordine Benedettino. O va’ ora a non credere agli augurii? Sortendo una qualche relazione più circostanziata te la man- derò. Finalmente ho avuto lettera dal Fiorentino, del quale ti diceva male nella mia delli 24. Maggio. Mi ha inviata una Memoria del Canco