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tanti segni di cortesia ed anche, ardisco dire, di benevolenza, non posso contenermi di supplicarla che s’Ella mi giudicasse mai buono a’ suoi servigi in qualche menoma cosa, non voglia lasciare di adoperarmi come suo totalmente proprio e devoto. Mi farò anche lecito di chiedere alla sua generosità un altro favore; ed è ch’Ella voglia compiacersi di presentare i miei complimenti ed i miei rispettosi ossequi a Madama sua Consorte, a Mad.la sua Sorella, ed all’amabilissima Figlia, ricordando loro la mia servitù, la quale sebbene sarà poco gradita per se medesima, spero che debba esser meno dispregevole quando venga offerta per mezzo di Lei. Ed Ella ancora si compiaccia di accettare le cordiali riverenze della mia famiglia, con quelle particolarissime di mio padre. Pregandola a conservarmi nella sua ambita e preziosa gra- zia, ho l’onore di segnarmi con profonda stima ed intera devozione.

570. A Giuseppe Melchiorri.
Recanati 27 Giugno 1823.

Veramente non è bisognato molto tempo a fare che voi vi scordaste affatto di me, perchè dopo la seconda lettera, alla quale risposi subito, mi avete piantato, ed è un mese intiero che non mi scrivete. Vorrei sapere qualche cosa degli studi vostri, della vostra salute, degli amici, delle novità letterarie, ma voi mi lasciate allo scuro come un gufo. Vorrei ancora che intendeste da Cardinali se la creazione di quegli ufficiali del Registro avrà luogo alla fine di questo mese, come diceva, o se avrà luogo mai in altro tempo, acciocché io sapessi come mi ho da regolare, o mi possa metter l’animo in pace di non muovermi più di qua. Delle mie Osservazioni Eusebiane, non so se l’Effemeridi n’ab- biano pubblicato altro, o se dormano, o in somma che cosa ne sia successo. Non avendo nè potendo più avere nessuna copia del manoscritto, farò conto di aver gettata la fatica che ci ho