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speranza, e conosco se volessi ringraziarla de’ favori da Lei com- partitimi, non saprei nè dove cominciare, nè come degnamente continuare, nè quando finire. Mi resta una sola speranza, ed è ch’Ella conosca già così bene il mio carattere ed il mio povero cuore, per essere persuasa che se i suoi benefizi sono stati col- locati in persona non degna, hanno però trovata tutta la rico- noscenza di cui sono meritevoli, la quale è tanta che vince le mie facoltà d’esprimermi, e sarà così costante che non si estin- guerà prima della mia vita. Io la prego ad impiegare la sua pro- pria eloquenza e quella del proprio cuore, per esprimere questi miei sentimenti a se stesso ed alla Zia, alla quale vorrei ch’Ella si compiacesse di presentare e di far gradire i miei più teneri cordiali ed affettuosi ossequi e ringraziamenti. La di Lei genti- lezza ed amorevolezza, e quella della Sig.” Zia, faranno appres- so loro le scuse de’ miei difetti, e dei tanti incomodi e noje di cui, sebbene involontariamente, io sarò .stato cagione all’uno e all’altra durante la mia dimora in Roma. Noi siamo arrivati iersera dopo un viaggio felicissimo, ed il Zio Momo, che la saluta, sta bene. Mio padre farà esso mede- simo le sue parti con Lei per se e per me. La Mamma m’inca- rica di ringraziarla quanto Ella può immaginare, e di dirle le cose più tenere e care che sia possibile. Saluti infiniti della Mamma e de’ fratelli alla Sig." Zia, ed ai cugini. Altrettanti, e più s’è possibile, per parte mia alla Manetta, a Matteo, a Pip- potto, a Clotilde, a Vincenzino che spero intieramente ristabi- lito, e alla Giovannina.1 ITo voluto nominarli tutti per mostrar- le quanto mi sia dolce la memoria loro, e di tutto quello che a Lei appartiene. E abbracciandola rispettosamente e amorosa- mente, mi confermo con tutta l’anima per sempre

Suo riconoscentissimo e tenerissimo Nipote
Giacomo Leopardi.