che lo abbia fatto ne sono sicura credendo a voi), o perchè D. Marianna
abbia cambiato opinione, e sia in pensiero di dargli Mariuccia, come
ne aveva avuto la dimanda, che avea ricusata però; o sia perchè tema
di avere dal Cav. una ripulsa, o avuta non voglia nasconderla a noi;
oppure si sia pentito di farmi questo bene. Voi nei discorsi che terrete
con lui potrete facilmente capirvi tutto. Io avrei voluto, che non si
scrivesse più di questo affare a lui come se fosse finito, giacché è chiaro,
che non ha voglia di far altro; e raccomandarmi solo a voi di prose-
guire questo affare per mezzo di Melchiorri. Mi dice però il Papà che
scrive tanto a voi che a Zio Carlo: a lui per pregarlo nuovamente di
tirare innanzi; a voi, perchè d’accordo con lui se lo vedeste inclinato,
se nò solo, e da Melchiorri, ci poteste dare una risposta decisiva, e
sollecita; perchè, Giacomuccio mio, fino che vi è in me una ombra
di speranza di poter conchiudere con questo, non voglio sentir par-
lare di altri; altrimenti vi è un altro partito, al quale per quanto creda
orribile, bisognerà pure che mi adatti per disperazione. Ma finora io
spero in voi, e aspetto le vre lettere con un palpito terribile. Se sape-
ste quanto piango! Ma mi sembrerebbe di non aver penato niente, se
arrivassi a conseguire questo. La Dote io credo che si potrebbe arri-
vare agli 8 mila, pagati finora in frutti ec. Vedi un poco, Giacomuccio
mio, se puoi consolarmi. Io faccio una vita da disperata. Sentirai da
Carlo cosa ci è successo l’altra notte, in cui non piansi mai tanto quanto
allora. Puoi bene immaginarti che io me ne prendo più di ogni altro,
e che non trovo altro sfogo che nel pianto - Benché non veda l’ora
di vederti, pure ho sentito con piacere che hanno differita anche un
poco la tua partenza - Avrei voluto risparmiarti questa mia lettera
(che dopo la tua ultima a me, non chiamo più seccatura) giacché ti
scrive, mio padre; ma dopo l’avventura di questa notte, non sono ben
persuasa che ne trovi il tempo - Addio, Giacomuccio mio - Consola-
mi, se puoi - se nò, troncami presto questa dubbiezza atroce, in cui vivo.
Carissimo Sig. Padre.
Non ho che soggiungere alle sue savissime riflessioni espresse
nella lettera dei 10 corrente.1 Ma, com’Ella dice, non si rischia